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Non ti cambio con nessuno

Non ti cambio con nessuno è il titolo di un libro che devo assolutamente trovare. Narra la storia di un gatto che va a spasso con sua mamma e incontra la pecora, la rana, il cavallo e così via. Tanti animali che hanno caratteristiche diverse dalle sue e che la mamma apprezza compiaciuta, tanto da suscitare in lui un moto di tristezza e preuccupazione: mica che la mamma preferirebbe avere loro invece che me? Non ti cambio con nessuno, tu sei il mio bimbo unico e speciale, gli dice la mamma. E io mi commuovo. Perchè nel libro non ci sono fratelli o sorelle, ma il pensiero è lì. Mica che penserà che vogliamo sostituirla? Il libro non l’ho trovato da sola, ma me lo ha suggerito una psicologa al corso che ho frequentato questa settimana.

C’è un corso per tutto: anche per l’arrivo di un fratellino o sorellina. L’ho scoperto scrivendo quest’articolo, l’ho frequentato per pura curiosità, ben sicura che non sarei uscita da quell’incontro con regole e metodi per l’inserimento di un nuovo figlio in famiglia. Non ce ne sono, lasciatemi dire fortunatamente. Ma parlare fa sempre bene.

E’ stato molto carino. Ok, io sono di parte. Già mettermi in una stanza, con altre mamme, a sentire storie, domande, esperienze, mi dà metà della soddisfazione. I corsi mi piacciono. Soprattutto quelli dove non ci sono gli esami alla fine.

Eravamo quattro mamme, un papà e la psicologa che ha risposto alle nostre domande, rassicurato i nostri dubbi,  dato spunti di riflessione interessanti e consigliato qualche libro da leggere. Sempre non perché ci siano cose da imparare davvero, ma perché nei libri qualche spunto in più si può trovare.

Le domande sono state tante. Da lo amerò come il primo a quando è meglio togliere il ciuccio, da ho allattato per quasi due anni il primo, rivorrà la tetta a come affronto la sua eventuale regressione. Quello che mi piace della psicologia è che non dà risposte categoriche. Non c’è mai un giusto o sbagliato, bianco o nero. C’è tanto grigio. E io nel grigio ci ho sempre sguazzato.

Di certo so solo che torno a casa con tre concetti che mi sono piaciuti tanto.

Il primo sembra scontato, ma per me non lo è, mi coglie sul vivo, nei confronti della mia Patata gigante: con un fratello/sorella le sto dando qualcosa in più, non in meno. Devo convicermi di questo. Perché tutte le mie paure sono lì: come farò a non toglierti tempo, a coccolarti uguale, a fare quello che facciamo ora, io e te in simbiosi? Non sto togliendo. Sto dando. Dando. Dando. Magari funziona come mantra.

Il secondo è aiutare il primogenito ad apprezzare la sua età e trattarlo per l’età che ha. Lui, di colpo, da un giorno all’altro da essere il piccolo di casa diventa quello grande. L’equilibrio a tre si spezza, va ricreato uno nuovo a quattro, lui ha un posto nuovo da cercarsi, ma anche i genitori devono rompere lo schema in cui sono abituati a vivere ( Oh, mammamia, io ci sono pure cresciuta in uno schema a tre, ho in mente solo quello schema lì…). Non è davvero diventato grande, inutile dirglielo, ma si può rendere speciale tutto quello che lui può fare e il minipiccolo no, proprio perché non è più così piccolo.  Oh ma quanto è bello non esserlo più.

Il terzo è imparare a veicolare le emozioni. Questo a prescindere dall’arrivo o no di un fratello/sorella. Se impariamo da così piccoli a esprimere le emozioni, tutto sarà più facile dopo, quando di emozioni dovremo parlare (qui mi sa che a me sono mancate un po’ le basi, vediamo se recupero ora con lei). Presumibilmente un fratello susciterà rabbia, paura di abbandono, tristezza. Magari non subito, magari mai, ma presumibilmente spesso. No, la gelosia no, perchè così piccoli non sanno neanche che cos’è, gliela etichettiamo noi addosso. E così la rabbia diventa la signora rabbia e la chiudiamo in una scatola. Oggettiviamo, parliamo in modo che loro possano capire.

Ho nuovi libri sul comodino, altri che magari prenderò più avanti. Nuove riflessioni da fare.  La convinzione rinsaldata che il confronto sia la base di una crescita, in tutti i campi. E sicuramente quel libro che parla di un gatto da trovare, da comprare, da leggere con lei.

Ma lui/lei l’amerò uguale? Sì, ma ora non puoi saperlo, perché ancora non c’è. Lascialo arrivare.

 

 

 

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Comments (6)

  1. è verissimo quello che scrivi. Li amerai tantissimo tutti e 2. Perchè è sacrosanto quello che mi disse la psicologa del corso che feci io: l’amore raddoppia, non si dimezza. Giusto anche pensare che ai primi si fa un regalo enorme. Un fratello/sorella è compagnia, condivisione, affetto, confronto….per tutta la vita! 🙂 fidati!

  2. che bel post silvia 😀

    e che meraviglia verbalizzare quei tre concetti, e condividerli, e ripeterli ad alta voce, e sussurrarli quando ti senti barcollare

    (che rabbia! lo ha usato la folletta bionda alla materna è meraviglioso :-D)

  3. E’ un post così intenso e delicato che vorrei tanto scrivere qualcosa di pertinente.
    Sennonché oggi ho assistito alla Litigatona Definitiva Finale e Fatale tra sorelle e sono talmente devastata, talmente triste e scoraggiata, che è meglio ripassi più tardi.

  4. ripassa quando vuoi. è già un bel commento così. a parte il riferimento alla litigatona… ma quello di cui son sicura è che arriverà una fase della vita in cui saranno unite e coalizzate. prima o poi. speriamo (devo crederci se no mi crolla tutto il mantra del dando dando dando) 😉