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Home Festival, andata e ritorno

Andata, piena d’ansia. Le mail che arrivano quando di colpo il mondo decide che sono finite le vacanze possono creare un’implosione di bolle impanicate nella zona ombelicale. Ansia appunto. Tutto per subito, anzi per prima, quando tu ancora hai un piede sporco di sabbia, ma soprattutto il cervello felice di aver rallentato. Non ce la fa a ripartire a 1000. Se arriva a 99 è tanto. Aggiungi due figli a casa, ché la normalità la riconquistiamo lunedì, son salita sul treno chiedendomi come avrei fatto a fare tutto.

Poi sono arrivata. E ho iniziato a fare. Che di solito è l’unica soluzione per mandare via l’ansia delle cose da fare. Almeno per me. Ma siccome il ragionamento non fa una piega credo un po’ per tutti. Se non fate, provate a farlo. Poi mi dite. Musica. Terra. Spritz. Poi uno si chiede perché i Festival piacciono così tanto.

Duran Duran. Chi l’avrebbe mai detto che ne so così tante. Chi l’avrebbe mai detto che mi sarebbero venuti i brividi. Navette. Anzi attese. E poi navette. Tenda. Anzi albergo. Pioggia. Anzi diluvio. Sveglia, consegna. Prepara intervista, salta intervista. Fa niente, prepara quella del Festival. Salta pure quella. Anzi, salta anche il Festival. Dannazione Liam, ti avrei ascoltato volentieri. Rimango. Anzi vado. In treno finisco un’altra delle consegne crea bolle nella zona ombelicale. Basta fare. Sto meglio. Sono di nuovo a Milano.

A loro non lo abbiamo detto che la mamma arriva prima, non devono aspettare domani. E allora ci sono tanti tipi di musica che mi piacciono, ma io ve lo giuro, quello della loro risata quando sono felici di vedermi, rimane e rimarrà per sempre la mia preferita. <3

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