guarda che è normale mamma

Ciao, tu

Ciao tu, che finalmente sei arrivato.

Ciao tu, che sei maschio. Me lo dicevano tutti, ma io non lo sapevo. E ho  pensato per nove mesi che sarebbe stato uguale, maschio o femmina non c’era differenza. Ma quando l’ostetrica, vedendoti, ha detto “questa è una faccia da femmina” ho sentito un po’ di delusione. E invece, quando sei uscito tutto e si è corretta con un “ah no, è un maschio”, sono stata felice, felicissima. Volevo un maschio. Semplicemente non lo sapevo.

Ciao tu, che sei nato identico a tua sorella, la Patata gigante. Che possiamo sovrapporre le foto dei primi minuti di vita e fare il trova le differenze e giusto il tuo colorito verde ti rende unico.

Ciao tu, che ora stai già cambiando lineamenti e sei sempre uguale a tua sorella, ma un po’ meno.

Ciao tu, che tua sorella ti vuole guardare, toccare, baciare, prendere, cullare. E sicuramente farà le scene che dovrà fare, sicuramente troverà il modo per farmi capire che non è più da sola e forse non le sta bene. Ma io ho già capito che sarà facile sopportare tutto perché vedervi insieme è uno spettacolo. E già un po’ rido pensando a quante te ne farà passare, povero fratello piccolo.

Ciao tu, che oggi hai cinque giorni e questa notte hai avuto il tuo primo mal di pancia e forse ancora il giorno si confonde con la notte e sei lì, che dormi sempre e ogni tanto apri gli occhi e ti guardi attorno, ma ancora non vedi. Allora fai le smorfie e i sorrisi degli angeli e ti porti le mani al petto, con quell’aria da vecchietto che fa tanto ridere.

Ciao tu, che sei arrivato giovedì, il giorno della partita, senza farti troppo sentire fino al 34esimo del primo tempo, quando è arrivato il secondo gol, quando ho detto “ok abbiamo vinto possiamo andare” perchè iniziavo a non stare più in piedi. Ma avevo paura di arrivare in ospedale troppo presto.

Ciao tu, che invece in ospedale ci sono arrivata quasi all’ultimo e l’epidurale non c’era più tempo per farla e i parti non si raccontano ma, qualcuno mi aiuti, mi sa proprio che rimarrete in due.

Ciao tu, che abbiam passato due giorni in ospedale, a conoscerci ben sapendo questa volta quando i giorni in ospedale siano speciali. E allora lo so che questa nostalgia che rimane è normale, perché lì è l’inizio di tutto e ogni parola gentile, ogni odorecoloresapore, si sedimenta dentro.

Ciao tu, che non sapevo proprio che cosa avrei provato prendendoti in braccio, che cosa avrei sentito perché sei un secondo, come avrei reagito al cospetto di un altro figlio che non era lei. Ora lo so e averti tra le braccia, proprio come era stato con lei, è la cosa più normale del mondo.

Ciao tu, benvenuto a casa nostra, ora siamo in quattro.

E non è per niente male.

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Comments (9)

  1. Ciao tu ce l’ha un nome? Lo avete scelto? O lo chiamate Tu.
    Beh io li chiamo DA1 e DA2 quindi figurati.
    E cmq hai mazzo: un maschio e una femmina.
    Quelle storie si fanno compagnia due dello stesso genere e così via.
    In 4 non è male hai ragione. C’è da lavorare ma a me ha dato il senso più di famiglia. Auguri e buona vita a Tu

  2. E sei un fenomeno, quando ti leggo ti riconosco ad occhi chiusi! Un mega in bocca al lupo per il nuovo quartetto dalla tua ‘penfriend’ padovana 🙂

  3. bellissimo silvia! sono davvero curiosa, forse un giorno saro’ fortunata come te e provero’ le stesse cose. come te oggi mi chiedo se sia possibile raddoppiare l’amore, perche’ non so come fara’ a starci tutto nel mio cuore. e non so nemmeno io se saro’ in grado di amare il doppio allo stesso modo anche il secondo figlio, se riusciro’ ad averlo. per ora mi godo il mio piccolo perche’ devo ancora cominciare a riprendermi dal suo arrivo. vi bacio tutti e quattro e spero davvero che ci sia l’occasione per conoscerli dal vivo il tuo leone e la tua patata.

  4. Che bello Silvia, come vorrei essere già a questo tuo momento (o almeno anche solo alla metà, al momento della nascita del primo figlio)… !!!
    Sto per andare a fare la prima visita di controllo dalla gine privata ed io sono…totalmente fuori controllo!!! Pensiero fisso, battito accelerato, terrorizzata all’idea che possa dirmi che qualcosa non sta andando bene…ma come si fa?!? Dico io, come si fa ad affrontare serenamente questa attesa?!? Giuro, non pensavo che potessero esistere delle emozioni così potenti ed enormi per un esserino di pochi centimetri che nuota dentro la nostra pancia e che di fatto non abbiamo ancora mai visto…non oso immaginare la portata delle vostre emozioni, prima con la Patata, adesso con il Leoncino…ma quanto amore ci può stare dentro ad un cuore grosso come un pugno?!?
    Non vi ho mai conosciuti, eppure è così bello leggere della vostra famiglia! Vi abbraccio virtualmente!

    1. @editatrice, quando lo vedrai ti rasserenerai, non ti preoccupare. Goditi l’attesa che è meravigliosa, anche con le sue ansie!