guarda che è normale guarda che pancia mamma

La fine del protagonismo

Funziona così. Più o meno all’ottavo mese di gravidanza (ma anche prima se non hai la pancia piccola come la mia), quando la pancia diventa grande e visibile, il mondo attorno a te cambia atteggiamento.

Non sei più Silvia la collega, Silvia l’amica, Silvia la conoscente, Silvia che non ti conosco e quindi non ti parlo. All’improvviso diventi una panzona e il mondo prova interesse per te da quel punto di vista. E se già tu, avvicinandoti alla fatidica data, hai come argomento principale delle tue conversazioni la suddetta pancia e tutto quel che ne conseguirà, il mondo intorno a te sembra esserne interessato. Davvero. E te ne stupisci, perché ogni tanto ti annoi da sola da tanto sei monotematica. E così inizi a scoprire quanto affetto hai attorno, quanto la tua nuova condizione sia speciale nonostante capiti ogni secondo a migliaia di donne. Eppure, nel tuo micromondo, la protagonista diventi tu, con la tua panza.

Come stai? quanto manca? è maschio o femmina? Ti trovo bene. Lascia non sollevare quel sacchetto leggerissimo che potresti tranquillamente sollevare, lo faccio io per te, ci mancherebbe. Hai bisogno di qualcosa? Ce la fai? Come ti senti? Non stancarti, faccio io.

Ma questo è niente. Nei giorni che precedono la data di scadenza raggiungi l’apice. Tutti si concentrano sul tuo stato di salute, d’animo, di pancia.

E il grande giorno arriva. E la pancia se ne va. E a quel punto fai jackpot. L’ospedale si riempie di visite, gli occhi degli altri si riempiono di gioia. Leggi nei loro sguardi il vero affetto, non sono lì perché va fatto, sono venuti per conoscere il nuovo arrivato e vedere come stai tu. E torni a casa e incontri le persone con cui hai chiacchierato fino al mattino del giorno del parto e tutti ma proprio tutti vogliono sapere come è andata. E siccome a una che ha appena partorito fa molto piacere parlare del parto, non ho mai capito perché, forse per esorcizzarlo, ma proprio che lo racconteresti a chiunque, anche alla panettiera che non te l’ha chiesto, tu racconti e sorridi e dici. E loro, gli altri, ascoltano. E se ti fermi, ti fanno un’altra domanda. Cioè, davvero provano interesse?

Sì. O forse sono solo fortunata io. Sarà che questa settimana c’è stato anche il mio compleanno, sarà che lui ha 7 giorni e io sono emotivamente più sensibile del solito, sono rimasta colpita da quanto quanto quanto (tanto) affetto ho attorno a me. Potevo saperlo anche prima, ma no. Forse non lo sapevo o non me lo ricordavo.

Oggi mi sento fortunata.

ciao panza

Ah, la storia però finisce così: poi fai figli e non hai più la pancia e non sono più passati 7 o 10 giorni dal parto. Torni a essere Silvia. Quella di prima. E l’interesse si sposta tutto su di loro, i tuoi figli. E va bene così. Ma dopo due mesi di sano protagonismo oggi, io che egocentrica lo sono sempre stata, lo so che un po’ mi mancherà.

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Comments (3)

  1. ecco, se invece che alla fatidica data partorisci con fantastici 10 giorni di ritardo e hai la pancia veramente ma veramente grande, alla fine non ti chiedono più come stai ma “quando nasce” o peggio ” ma non è ancora nato?” (questo me l’hanno gridato dal balcone una sera che rientravo a casa, tipo a 40+6) come se fosse colpa tua che ritardi.
    E nessuno più ti chiede come stai, ma solo qual è il termine.
    (ehm, si nota che l’ho vissuta discretamente male questa fase qui?)

  2. Per me e’ stato davvero così e mi sento di confessare che il passaggio da “tutti intorno a te” a “tutti intorno a lui” non e’ stato del tutto indifferente per la sottoscritta. Mesi al centro del sistema solare mi avevano abituata un po’ troppo bene 🙂 e tornare improvvisamente allo splendido anonimato, anche da neo mamma, un po’ pesava. Dopo un po’ passa, la nostalgia anche no.
    Un grande benvenuto a Lui!
    Carlotta G.