Ho avuto in mano un test di gravidanza positivo due volte. Ne ho fatti altri nel corso delle due attese. Entrambe le volte volevo un bimbo nella pancia, ma non ne ero poi così sicura, entrambe le volte il primo a manifestare il desiderio è stato il papà, entrambe le volte non è arrivato subito. E ora so che è andata bene così.
Sono una che il test lo fa appena possibile. Altro che tre o quattro giorni dopo, subito. Ditemelo. A test negativo rimanevo male. E poi tiravo un sospiro di sollievo. Entrambe le volte. A test positivo ho detto “Alè” e poi “oh ca**+!”. Entrambe le volte.
Ci sono donne che hanno un forte istinto di maternità e non vedono l’ora di avere un bambino. E dal giorno del test concentrano tutte le loro energie, emozioni e sensazioni sulla pancia che cresce. Non credo pensino mai “Ma chi me l’ha fatto fare?”. E ci hanno insegnato che è giusto così. Ma poi ci sono le altre. Ci sono io, che sì, lo volevo. Ma anche se non arrivava subito andava bene lo stesso. Che ho scoperto di essere incinta e la prima cosa che ho pensato (e detto) al futuro papà è stata “Siamo sani”. Perchè dopo mesi in cui pensavo di esserlo (visto che un’altra cosa che ci insegnano è che se fai sesso non protetto ci rimani, vai a capire come visto che a posteriori non è che sia proprio così immediato, almeno non per tutti, almeno non per me), aveva iniziato a prendermi la paranoia del “forse non ci rimango perché c’è qualcosa che non va”. Trovate le due lineette ho gioito e ho capito che chi rimane incinta per sbaglio è sicuramente più fertile di me, ma c’ha pure un po’ di sfiga. Primo e secondo test li ho fatti da sola. Il primo l’ho tenuto nella tasca della felpa, tirandolo fuori a sorpresa al ritorno della sua passeggiata domenicale. Il secondo l’ho impacchettato per lui, perché ormai ci avevo preso gusto. Oh sì, adoro le sorprese.
I nove mesi successivi della prima volta (al momento sette e mezzo della seconda) li ho trascorsi felice di avere un bambino nella pancia. Alternando vari momenti di incredublità, dubbio, incognite, paura. Perché la prima volta non sapevo cosa volesse dire avere un bambino. Stavolta lo so un po’ di più. Ma non so come sarà averne due. La prima volta mettevo in conto una depressione post parto che non c’è stata. Questa volta metto in conto un esaurimento nervoso causa fatica doppia che non so se ci sarà. Porto le mani avanti, così se poi avrò bisogno di aiuto io l’avevo detto già prima.
Ci insegnano a fare le supermamme, felici e sempre con il sorriso sulle labbra. Oh, be’, date retta a me, siamo supermamme, semplicemente tra alti e bassi. E’ normale avere paura. E’ normale chiedersi se era questo davvero il momento giusto. E’ normale essere contente. Ma è anche normale essere in panico. Nove mesi ce li danno anche per questo. Per fare un po’ su e giù tra gli stati d’animo. Per prepararci. La grande verità è che non arriviamo comunque preparate. Ma quando il bimbo è fuori dalla pancia, tutto cambia. E all’improvviso la risposta è sì, questo era il momento giusto. (La prima volta. Speriamo anche la seconda, eh!)
PS: ringrazio editatrice che mi ha lasciato il commento che mi ha fatto scrivere questo post
ehm, la tua grande ha due anni e poco… meno male che non è arrivato subito il #2!!
(e anche complimenti per il coraggio, perchè io fino verso i 3 anni della mia BambinaGrande non riuscivo, emotivamente, nemmeno a valutare la possibilità di….
per una come me che odia le attese e vorrebbe tutto e subito aspettare nove mesi è stato un incubo, soprattutto all’inizio
poi un pò alla volta ho capito, ho capito che servivano tutte quelle 40 settimane, giorno più giorno meno, a preparasi, spaventarsi, stupirsi, accettare, intuire, confondersi, scoprire la magia della vita
e la prima volta è diverso, molto diverso
la prima volta non si scorda mai, come il primo bacio, il primo amore
e la seconda volta è tutto diverso, tranne per una cosa: quando ti guarda negli occhi e allora il resto non conta più perchè il Senso è tutto lì, tra le tue braccia!
ps, brava! ecco! ora mi hai fatto venir voglia di averne un terzo!!! 😉
e che terzo sia! bauhahahahah
Ok, adesso sono ufficialmente commossa. Peccato che io sia in ufficio e non possa lasciar scendere i due lacrimozzi che mi stanno strabordando dagli occhi…
Grazie a te, Silvia, per aver condiviso in modo sincero gli stati d’animo che ti hanno accompagnata prima, durante e dopo.
Dal 17 aprile, data in cui ho visto comparire le due lineette sul test, accompagnandole con un “porc*!!”, sono salita su una montagna russa di emozioni e sentimenti contrastanti.
Ho pianto per essermi trovata di fronte ad una scelta che non avrei mai voluto fare, quella tra il proseguimento e l’interruzione della gravidanza, e quindi della vita dell’embrione che ho dentro di me.
Una volta valutata tutta la mia particolare situazione e fatta una prima scelta, ho pianto per la paura di perdere la mia libertà e la giovinezza, per l’incapacità di fare un passaggio immediato e inaspettato dallo stato di figlia a quello di madre.
Ho parlato di queste sensazioni negative a mia mamma, sperando che mi avrebbe capita, ma sono stata io a dover capire che una madre non sa comprendere una donna che ancora non ha un istinto materno e non è da subito felice di affrontare le responsabilità che avere un figlio comporta.
Ho parlato con le mie amiche, che a 30 anni sono ancora tutte sul pianeta del divertimento, delle uscite serali fino a tardi e delle sbronze varie: nemmeno loro possono comprendere.
Allora mi sono messa a “lavorare” su e con me stessa, ho comprato un libro sul trauma psichico dell’aborto, arrivando alla convinzione che quella non possa essere la strada per me.
Poi un giorno, finalmente, ho deciso di comprare un libro sulla gravidanza: ho iniziato a leggere una serie infinita di cose che non conoscevo, mi sono addentrata nell’incredibile mondo del concepimento, della ravidanza, della vita, ed ho capito una volta di più che si tratta di un vero miracolo e non voglio lasciarmi scappare questa opportunità.
La paura ovviamente non è scomparsa, resta sempre lì sul fondo e credo che resterà lì fino al 23 dicembre o giù di lì (data prevista per il termine), ma ho anche acquistato una certa serenità e comincio ad essere infastidita da chi reagisce in modo sconvolto alla mia grande notizia…forse inizio ad avere un istinto di difesa del mio piccolo fagiolo e del suo diritto ad essere lì dove si trova, sotto sotto, nella mia pancia.
Grazie ancora Silvia, continuerò a leggerti perchè i tuoi post sinceri ed ironici contribuiscono alla mia dose di serenità! 🙂
w te e il tuo fagiolo!!!!!
posso fargli da zia virtuale? per referenze citofonare Silvia
Grazie Silvia (movida69 in questo caso), le zie virtuali (e non) sono tutte ben accette!!! 🙂
difendi il tuo fagiolo, tieniti serenamente la paura. e anche dopo forse ci saranno alti e bassi. tu ricordati solo che dei bassi va bene parlarne. va bene dire tutto. e le mamme (le nostre) fanno fatica a capire, ma le amiche no. parla. fatti un bel preparto e conosci altre panzone che chiamerai in quei primi giorni perché saranno anche loro sulla stessa barca. Cerca i gruppi di mamme (tipo nei consultori) e parla parla parla. Perché basta sapere che non succede solo a te e già ti senti meglio. E sai qual è il segreto più grande del mio primo giro? che avevo paura di perdere una marea di cose, di non fare più una marea di cose. Le ho fatte tutte (e anche di più, cose che prima magari anche solo per pigrizia non facevo) e se ho perso qualcosa non me ne sono accorta. mi sembra solo di averci guadagnato. Perchè la cosa più normale di tutte è stato ritrovarsi in tre. (ah, e parla tanto anche con lui… ma questo è un altro post! 😉
ah, e io son qui. che una delle cose che mi piace di più è chiacchierare.
Settimana 10+6, le paure son sempre lì, sul fondo della pancia insieme al fagiolo.
Domenica compirò 31 anni, un’età di tutto rispetto, ma la trentenne alla Sex and the city è proprio lì, dietro l’angolo di 2 mesi e mezzo fa, mentre la futura madre dovrà aspettare altri 6 mesi e mezzo per prendere possesso del mio corpo. Per ora mi sento una specie di ibrido, con la mia micro-panza che tra l’altro ha smesso di lanciarmi qualsiasi segnale, in attesa di vedere le immagini della prossima eco per rendermi nuovamente conto che sì, aspetto un bambino, è così e non me lo sono inventato!
Sono diventata insopportabile, totalmente concentrata sulle mie sensazioni, sugli sforzi che faccio per proteggere la vita del fagiolo da cibi&bevande proibiti/automobilisti incoscienti/gatti che in 20 anni di convivenza la toxo non me l’hanno fatta venire neanche a pregare!
Pregate piuttosto per il papà, che a forza di sopportarmi ormai è incinto anche lui……………