Montagna, nel senso del nome del paese. A lavorare da un tavolo al centro della sala. Il sottofondo di Beautiful, telefonate senza campo, il campus. Telefilm fino a tardi, le cene, i cugini, la casa di mio padre. Mia madre e il mio cane. E un libro da leggere, anzi due. I miei li scrivo ad agosto. Quante cose ad agosto come se fosse infinito, ma non lo è. È un’estate strana, dove le giornate si accavallano e le settimane finiscono così veloci che è quasi troppo e i giorni non si contano più, si tratta solo di farli passare rispettando tutte le scadenze. Mi manca la musica, ne ascolto poca. Ma in macchina vogliono i tormentoni.
Silenzio. Caldo. Cercare di farsi bastare le ore. Prendersi ore. Sei giorni di quasi vacanza in arrivo. Mare, nel senso di respira.