«Mami, ma è così che facevano le sigle?»
Da qualche settimana, su Italia1 alle otto meno un quarto del mattino c’è L’incantevole Creamy e chi mi conosce lo sa, è un cartone che mi ha LEGGERMENTE segnato. Chi non mi conosce basta che guardi il mio braccio. Comunque. Complice Yu ho trasgredito a tutte le mie ineccepibili e intransigibili regole e ho acceso la TV al mattino. Per guardarlo. Ma soprattutto per farlo vedere a loro che, in altri momenti della giornata, con altre possibilità a disposizione, non sceglierebbero di guardare Yu. Prova provata.
Se ne accorgono che è cartone datato. Se ne accorgono che succedono cose che ora non succedono più (tipo presentatore di concorso canoro folgorato da bambina di 11 anni che ricerca da grande -ed è la mamma di Yu- Adulto innamorato di bambina. Come no.)
Quello di cui non mi ero accorta io è che, DIOMIO, oggi i bambini non hanno più le sigle. Non hanno più neanche gli Anime se per questo e la vera tragedia dovrebbe essere questa. Ma le sigle, quelle belle, quelle lunghe, quelle di Valeri Manera che raccontavano anche a caso tutta la trama in mezzo minuto, non esistono più. Ok, ogni tanto sì. Tipo ora va fortissima quella di Miraculous: Le storie di Lady Bug e Chat Noir, che tra l’altro è una gran bella sigla, su un gran bel cartone (su Super!). Ma restano? Loro hanno Gaia e Briga, ok. MA NOI AVEVAMO CRISTINA. E la risposta quindi credo di conoscerla.
«Mami, ma è così che facevano le sigle?»
Sì, tesorino mio. Apri YouTube che te le faccio vedere tutte.