cose belle storie

#ioleggoTopolinoperché. E tu?

#ioleggoTopolinoperché è un’estate qualsiasi di quando sono piccola e ci sono i bambini che sono quelli come me che fanno i mercatini sul marciapiede e vendono copie usate e sgualcite, come le mie. A cinquanta lire. Forse meno (esisteva meno? Non me lo ricordo più). E nessuno li comprava. Tranne quelli come me.

#ioleggoTopolinoperché è un giorno della settimana qualunque e sto andando in edicola e ho appena finito un album delle figurine (sì, ho bevuto anche litri di latte con lo Sprint per avere le figu argentate di Creamy, quelle speciali) e scelgo cosa comprare. E ho voglia di leggere le storie di paperi e topi. Trovando l’ultimo pezzo del deposito di Zio Paperone. E mi sdraio sul letto e lo leggo tutto. Piano. Perché non so ancora andare veloce.

#ioleggoTopolinoperché è un’altra estate qualunque, ma questa volta sono in spiaggia e sento l’odore del mare mentre sciabatto alzando la sabbia verso l’ombrellone. Ed è presto, i miei amici non sono ancora arrivati, loro fanno il bagno tre o forse mille ore dopo la merenda. Io mi tuffo. E mi asciugo sotto al l’ombrellone sfogliando le pagine e inumidendole un po’. Tanto poi si asciugano. Il giornale diventa solo un po’ più gonfio.

#ioleggoTopolinoperché sono diventata grande e non lo so cosa voglio fare, o meglio sì, voglio scrivere, ma cosa ancora non lo so. E vado per caso a un corso di fumetto dell’Università. Anche se l’esame l’ho già dato. E trovo uno sceneggiatore che mi racconta che esiste un lavoro che si chiama “scrivere storie per Topolino”. E io sì, voglio fare proprio quello.

#ioleggotopolinoperché sono anni bellissimi, di lavoro cerco le idee e invento le storie, le appunto sul quadernino prima di andare a dormire, le scrivo, le riscrivo, le vedo arrivare in pagina, con disegni meravigliosi. Di lavoro scrivo quindi, ma mica tutto il giorno. Perché le idee le devo cercare anche fuori e allora vuoi non stare tre ore al parco con il cane, a guardare le persone, mentre le rotelle girano? E esce la mia prima storia e sembra una festa. E vado ai meeting della Disney, che sono tre giorni in cui ci portano via, tutti insieme, a fare ‘gruppo’. Ti senti una famiglia, ti senti parte di qualcosa. Pure un po’ importante. Insieme alle persone che poi mi insegneranno tutto e saranno con me anche quando cambierò ‘famiglia’.

#ioleggoTopolinoperché le storie non le voglio scrivere più, meglio se le torno a leggere. Ma sono parte di me. E il giornale è parte di me. E allora sto lo stesso in quelle pagine, nel modo in cui mi viene meglio, con quello che alla fine voglio davvero scrivere e che è proprio il direttore a darmi l’aiutino per capirlo. O forse solo per accettarlo. E scrivo interviste pensando a come metterle in pagina, tra disegni bellissimi e risate. E viaggi a Sanremo (e questo già sarebbe abbastanza, come motivazione, no?)

#ioleggoTopolinoperché magari c’è chi pensa che in fondo ‘è solo Topolino’. E poi invece c’è chi ti chiede di poter entrare nel giornale. Che a quell’intervista ci tiene davvero tantissimo. E vado a un concerto e sulla frase ‘perché mi hanno regalato un sogno’ vedo la copertina su un megaschermo di San Siro e penso che ‘wow è proprio una figata’.

#ioleggoTopolinoperché se tutto va bene per il mio compleanno mi regalo l’intervista che più voglio quest’anno. O forse no. Ma in ogni caso ne arriveranno altre e altre ancora, in mezzo a quelle pagine di storie che non sono più solo storie ma anche pezzi di vita delle persone che conosco, perché in ognuna di esse c’è un pezzo di loro. E quando le leggo sono un po’ ancora bambina, sono quel che sono ora, sono quello che sarò.

#ioleggoTopolinoperché non sono capace di smettere. E sono certa che questo sia solo un bene.

E tu? Lo hai letto o lo leggi? Per tutto luglio c’è la campagna su Twitter con l’hashtag che ho usato qui. Ti va di raccontare perché?

 

PS: segue selezione random e casuale di fotine. L’hashtag in questo caso è #illavoropiùbellodelmondo #ciaone


 

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