… Fare il punto. A migrare ci pensiamo un’altra volta ok, Gabri?
Non venitemi a dire che l’anno inizia a gennaio perché dacehemondoèmondo il vero inizio è ora. A settembre. Quando il sale sulla pelle se ne va e lascia quel filo di abbronzatura che ci hai messo un sacco a diventare nera e non si capisce come mai appena torni sbiadisci nel giro di una passeggiata che neanche il passante più attento ci crede che sei stata al mare. Che un po’, quest’anno che di sole praticamente non ne ho preso e cerco di convincermi che la tintarella di luna sia di classe (ma anche no), almeno non soffro perché se ne va.
L’anno nuovo inizia a settembre, quando prima di tornare sui banchi di scuola bisogna comprare il diario nuovo e bisogna sceglierlo con cura perché ci accompagnerà per tutto l’anno e passerà tra le mani dei compagni, che se non è l’abito a fare il monaco il diario un po’ sì.
L’anno nuovo inizia a settembre quando si torna in ufficio dopo una pausa che sembra dovrà durare secoli visti i saluti che si fanno nel prepartenza e poi, inmenchenonsidica, sei di nuovo di fronte al tuo computer, ma sicuramente con un po’ più di entusiasmo di quando sei partita. Hai voglia di rivedere i colleghi e raccontare quel che hai vistofattosentito. (Ok, dura giusto il tempo di una pausa caffè, ma prima di partire manco quella).
L’anno nuovo inizia a settembre, quando in queste brevi ma gustate ferie, hai rimesso a posto i pensieri e hai deciso che cambierai un sacco di cose, farai quello e non farai più quell’altro (e già lo sai che a ottobre sarà di nuovo dimenticato), e rallenterai e ritroverai i tuoi spazi e coltiverai le amicizie trascurate e chipiùnehapiùnemetta (sì, oggi mi piace scrivere appiccicato)
Le vacanze segnano uno stacco netto tra il prima e il dopo. Tra il vecchio e il nuovo. Quest’anno sono confusa, perchè è vero che son tornata dalle vacanze, ma non ho ancora ricominciato. E’ uno strano limbo che mi voglio gustare. Tra meno di poco dovrò ricominciare a scrivere, ma non sarà ancora ricominciare davvero. Insomma, son tornata dalle vacanze, ma sono ancora in vacanza.
E così, mi trovo di colpo a pensare alle mamme che non lavorano. E che il loro lavoro è la casa, sempre e comunque, e lo stacco loro non ce l’hanno (ok, mi auguro vadano in vacanza anche loro). Ma mi chiedo. Ma quindi per loro è sempre vacanza? Perchè per me in questo momento sì. O per loro è sempre lavoro? Quando fanno il punto della situazione? Quando si fermano? Perché, comunque la si metta, la mamma che lavora, quando non lavora, ha metà delle cose da fare. La mamma che non lavora sempre lo stesso ritmo tiene.
E niente, questo post un po’ confuso è per dire che un nuovo anno sta per cominciare e io per ora, in ordine sparso e non troppo ragionato, spero e proposito (oggi mi piace anche inventare verbi, ok?):
che la Patata gigante faccia un buon inserimento alla scuola materna e sia sempre sicura che lui non le sta rubando niente. Che capisca che i capricci sono scene inutili (ahahah, rido scusate), che si senta sempre amatissima, che lo sappia insomma.
che lui, little lion allunghi l’orario delle poppate (perché l’allattamento è una cosa meravigliosa, ma sento che ogni quattro ore andrebbe bene lo stesso, giuro), che cresca bene (ma visti i suoi seichiliemezzo mi pare siamo sulla buona strada), che non si senta trascurato mai (anche se), che capisca in fretta che nessuno lo lascerà mai morire di fame (lion, te lo giuro, anche quando siamo in macchina e tu hai fame, poi te lo do)
che il caro marito riesca a trascorrere il suo tempo nel modo che desidera, senza sentirsi mai rubato, di qui o di là, che si accontenti di quel poco tempo che rimane alla coppia, sapendo e sperando che prima o poi tornerà decente (in fondo siamo genitori moderni, a 18 anni li sbattiamo fuori casa, no?), che trovi tempo anche per sé, che riempia sempre di coccole la sua amata moglie, facendole anche qualche regalo ogni tanto 😉
che la sottoscritta riesca dare attenzioni a tutti senza andare in tilt, che quello spazio di coppia di cui sopra idem, che riesca a ritornare a fare la mammachelavora (sperando, ehm, abbia ancora un posto) senza correre né trascurare nessuno, neanche se stessa, che riesca a mantenere tutti i suoi buoni propositi (almeno per un po’ dai), che riesca a trovare tempo per imparare a usare bene la macchina da cucire, che quel cavolo di libro trovi la sua strada fortunata e un’altra cosa che è il vero desiderio e il resto in questo momento conta di meno e son solo parole scritte, ma lo dice sottovoce, non lo scrive. Vediamo.
E voi, che siete questa cosa qui sotto, cosa sperate e propositate?
sottoscrivo tutto, ma proprio tutto. in vacanza una sera ho scritto i miei propositi. 77. un buon numero no? adoro fare propositi e anche se ne rispetterò se va bene un terzo, so che mi ha fatto bene pensarli e crederci. Buon anno Silvia, buon anno a tutte le mamme, mammechelavorano (incluse quelle che non lavorano fuori casa, massima stima da parte mia), donne multiple, compagne, mogli, geishe a volte…..auguri. i nostri 20 lavori li sappiamo fare e bene. Un consiglio (letto su un giornale in spiaggia): non fare i 20 lavori in modo simultaneo, ma in modo sequenziale. sembrerà una banalità invece è una grande sfida. Pare che questo riduca tanto lo stress e la sensazione di essere sempre di corsa. e se alla sera i 20 lavori fatti non sono 20 ma solo 15…..CHISSENEFREGA! si fa il possibile no? per i miracoli, come si suol dire, dobbiamo ancora attrezzarci 🙂
ti prego posso leggere la lista dei 77??? genio
ecco, io sono figlia di una casalinga.
E posso dire che la vita da mamma-casalinga e quella da mamma-lavoratrice non sono minimamente paragonabili.
I primi tempi che son tornata in ufficio dopo la maternità mia mamma si stupiva perchè io certe cose non le facevo (tipo lavare a mano) o mi passavo le serate o i sabati pomeriggio a fare il pentolone di brodino vegetale da congelare (per esempio, ma anche tante altre cose)
Ecco non è che la mamma-casalinga lavori di meno della mamma lavoratrice. Ha più tempo. E quindi fa più cose (e probabilmente meglio, perchè non le deve fare di sera-notte). La mamma che lavora fuori casa deve per forza scegliere, e purtroppo se non può scegliere di lavorare di meno fuori casa (intendendo meno ore) deve scegliere di non fare delle cose a casa.
E a volte la scelta cade tra riposarsi o fare la polvere, piuttosto che preservarsi come persona (tipo facendo una cosa per se stessi, un bagno, un corso di yoga, leggere un giornale, vedere un’amica) piuttosto che stirare o lavare il pavimento o cucinare qualcosa di diverso da pastainbiancoebisteccaaiferri.
spero di non essere andata troppo OT, in caso scusa (mi frustra un po’ questo argomento, non so se si nota :-P)
oh sì, esser figlia di mamma casalinga che fa tutto benissimo non deve essere facile. ma secondo me, diciamolo sottovoce, stiamo facendo un buon lavoro. sssshhht
Bello Silvia..
Condivido tutti questi pensieri…anche nella loro confusa linearità!
Le mamme che non “lavorano”, lavorano comunque…sempre! Non staccano mai e, forse, fanno più fatica a mantenere costante l’energia giusta che ci vuole con i figli. Credo, però, che queste mamme non vivano il senso di colpa che vive chi lavora fuori casa…che è malsano, lo so, ma ce l’hai comunque. Che se lavori c’è un motivo (anzi 1000…il mutuo da pagare, per esempio, ma anche la voglia di avere un proprio spazio che ti piace…l’autonomia…ecc ecc) ma il senso colpa non ti abbandona mai, fa parte dell’essere mamma lavoratrice!
Per concludere: ci sono i pro e i contro di ognuna della due situazioni!
Per il resto…buon inizio d’anno anche a te…attendo di conoscere il piccolo, grande Lion!
già già, più grande che piccolo! 😉
“Ma quindi per loro è sempre vacanza?
O per loro è sempre lavoro?”
la seconda che hai detto.
Citando SerenaLaRosa: quando non lavori (fuori casa, ndr), la vacanza equivale a una trasferta.
Quando si riordinano le idee? mai, e si vede. Vorrei lamentarmi di più, ma il senso del pudore me lo impedisce
Ne ero quasi convinta. della seconda dico. comunque, se vuoi, lamentati pure. 🙂
son d’accordo sulla seconda, diciamo che se lavori solo a casa ti perdoni meno mancanze, perchè non hai la scusa che hai già “dato” in ufficio?
Settembre, è proprio vero!
Settembre=Inizio
La scuola,il lavoro,la casa… la voglia di novità, proprio per i buoni propositi. Ad esempio a me viene voglia di sistemare casa, cambiare qualcosa, un oggetto nuovo!! mi fa la differenza, mi fa star meglio.
Da pochissimi giorni sono rimasta senza lavoro… quindi si! ho proprio bisogno di buoni propositi e di qualche novità.