Dicono che i maschi siano più soggetti a coliche. Per ora rientriamo nella statistica. Che poi, siamo oneste, di coliche vere ne sono arrivate solo due per ora e, in tre settimane, non è così male. Cala la sera, parte la sirena e niente la placa per un’ora e mezza o poco più. Anche basta.
Anche se non ci sono le coliche con la C maiuscola comunque c’è tanto mal di pancia, lo stupore e la paura di una scureggia. Eddai, bimbo, è solo una scureggia. Le urla per una cacca che arriva. Eccetera eccetera, argomenti da mamma si sa.
Quindi un’amica saggia mi ha consigliato di provare una strada diversa. Allattamento a orari. E non a richiesta. Urca, a orari? Cioà che se piange disperato non lo attacco, ma lo cullo, lo ciuccio e guardo l’orologio? Okkei, se è per il suo bene proviamoci. Tanto non sarà peggio di aver tolto i latticini e il cioccolato (vi prego datemi un gelato al cioccolato di nascosto!).
E così mercoledì scorso è partito l’esperimento. Si mangia ogni tre ore. Ok, se son due e mezza va bene lo stesso, chiuderò un occhio. E lo ammetto di coliche con la C maiuscola non ce ne sono state più, è vero. Direi che l’esperimento ha funzionato abbastanza bene. Fino a ieri. Si può piangere tutto il giorno? Sì. Si può mangiare e continuare comunque a piangere? Sì. Si può piangere e non crollare di stanchezza neanche dopo ore? Sì.
No, non erano coliche. Era quel chi lo sa che cos’ha, è un neonato. Stacco di crescita? Bisogno di contatto? Aria nella pancia? Chi più ne ha più ne metta, forse tutto insieme.
Signori, è stato bello, ma io alle 4 ho ceduto. Attaccati e stai attaccato anche ogni mezz’ora se questo vuol dire che starai tranquillo. E poi crollerai. E magari anche no e avrai comunque mal di pancia, ma almeno le mie orecchie faranno una pausa.
Ognuno ha la sua natura. La mia è attaccati e vivi sereno (e per vivi intendo me). Proverò a seguire gli orari, lo giuro. Ma non sempre. E’ già un grande cambiamento, no?
tesoro, non so se anche a Stella accadeva….le mie nane più o meno a scadenza regolare avevamo una giornata NO nei primi mesi di vita. Una di quelle giornate che arrivano dopo due o tre giorni (anche di più) di “normale routine” e che non te le aspetti e ti stramazzano completamente. ho letto libri e libri sull’argomento. pare che anche loro, i neonati abbiano sbalzi di umore come noi grandi. e dunque ciclicamente buttano fuori una giornata sversa. Io come te andavo di tetta a manetta. Che fare? meglio essere prosciugate che non avere quel pianto nelle orecchie tutto il giorno. Sono pochi i mesi in cui ciucciano in continuazione (anche solo per consolarsi)…diciamo i primi 3 mesi. E dai allora…via di tetta. Poi te lo dimentichi e invece secondo me a loro facciamo un regalo immenso…questi piccoli se ci pensi non hanno molto altro da fare di divertente all’inizio della vita 🙂 un abbraccio!
Ciao Silvia, gran menata le coliche o quel che sono. Strazio per loro, che se no non sarebbero così disperati poverini, e strazio per noi. Io non allattavo, quindi non avevo a disposizione il rimedio tetta, ma ho utilizzato un paio di rimedi scoperti/consigliati che mi e’stato detto fossero ok un po’ per tutti i neonati. Il primo e’ la fascia-marsupio: lo tieni appiccicato come un francobollo e di solito smette quasi magicamente di piangere. Alcuni ritengono che sia il modo ottimale con cui i piccolissimi dovrebbero essere portati in giro nei primi mesi…nell’improbabile ipotesi del secondo figlio credo lo utilizzerei in modo più massiccio di quanto abbia fatto la prima volta. Il secondo rimedio e’ il rumore del phon, o in alternativa della cappa della cucina. Grandiosa dritta ricevuta al corso pre-parto, non per tutti i bambini funziona, ma se va e’ un miracolo. A me e’ capitato dopo ore di urli senza tregua, phon acceso e pianto calmato prima di arrivare a contare fino a cinque. Spero che qualcosa funzioni, oltre al tempo e alla crescita che, si sa, fa sempre il suo lavoro. Nel frattempo, se qualcosa porta sollievo a tutti e due, tanto di guadagnato!
Carlotta