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E poi?

Mi sono adattata all’isolamento. Non ho trasmesso paura anche quando l’ho avuta. Sono stata ferma poi sono ripartita, ho messo a posto fuori e anche un po’ dentro, non ho finito, continuo. Ho tenuto il sorriso, ho urlato, ho piantato fiori e eliminato rami secchi. Ho cercato il sole fuori dalla porta e storie dentro la testa. Ho provato a smettere di fumare e ho ricominciato. Ho lavorato con fatica, ringraziando di avere un lavoro. Ho fatto giocare, ho giocato, ho cucinato, vivo davanti alla lavastoviglie, ho bevuto vino, ho pensato che qualcosa di buono c’è. Ho consolato pianti stufi di video lezioni, ho abbracciato chi rivuole così tanto la scuola. Ho scritto moltissimo, ascoltato poca musica, avrei voglia di disegnare, o tenere un diario, di quelli con tutti i ritagli e le scritte fatte bene. Oppure imparare a suonare il piano. E anche fare ginnastica. Ho lasciato i pensieri e poi li ho ripresi. Ogni tanto mi manca qualcuno. Non sempre.

Sto bene.

Ma è così faticoso non vedere piani sicuri davanti a noi.

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