blog guarda che è normale storie

Attenzione ai buoni propositi

Che uno ci si mette di impegno.

Dormo male, ho mal di schiena. Basta sono stufa, inutile sperare che passi da solo. Mi metto in cura.

Osteopata regolare. Ogni settimana.

Sentirsi soddisfatta. Che passo avanti. Che voglia di stare bene.

Il 25 dicembre son crollata. Mi sono trovata ferma in mezzo al corridoio, con gonna e collant a metà gamba. Senza potermi muovere. Neanche di un millimetro. Onde di dolore da togliere il fiato. Da non respirare. Da non sapere cosa fare. Colpa dei tape sulla schiena? Colpa delle manipolazioni? Colpa della sfiga? A scelta.

Dopo minuti di immobilità. E lacrime. Ho chiamato Leone che passava di lì e mi sono fatta aiutare, mi ha tolto le calze e la gonna.

Sono arrivata non so come nel letto. E lì sono rimasta. Provando più volte al mattino ad alzarmi. Senza riuscire a raggiungere il bagno (a due passi da me). Ho avuto paura che la schiena volesse scoppiare tanto tirava di male. Ho avuto paura di non potermi muovere più. Mai più (davvero cosa può fare la testa). Ho anche chiesto di chiamare l’ambulanza (per dare un parametro di paura, sono madre che non hai mai voluto portare i figli al pronto soccorso)

Ho fatto la prima puntura.

Ho detto tengo che vengano tutti a pranzo. Per tradizione il 26 si fa da noi.

Marito santo ha fatto tutto.

Io a letto.

Per pranzo con forza e lentezza ho raggiunto il divano, per stare con tutti.

Poi droga, un sedativo mio rilassante.

E una seconda puntura. E dormire. Male. E una terza.

E chiamare uno che fa Tecar e che è venuto (non ricordo molto, dormivo sedata, ma mi è sembrato bravo e gentile)

E alzarsi piano. E drogarsi di nuovo.

E sperare che domani vada meglio. Poi di nuovo la Tecar. E mi sono alzata. E innamorata. Non mi resta che sperare di guarire. La Tecar la faccio a che domani. Poi trovo un ortopedico. E qualcuno che sappia toccare la mia schiena o meglio consigliarmi la giusta terapia.

Avevo ricominciato ad andare dall’osteopata per stare meglio. Per dormire meglio. Con tutta questa droga ci riuscirò di sicuro (è tutto il giorno che dormo). Ma non era questo il desiderio sperato.

Sono arrabbiata. Mi sono spaventata (a un certo punto mi è mancata l’aria. Panico forse?) sono affranta dai pranzi in famiglia rovinati.

Ora cambierò tutto, per prendermi cura di me e non fare più spaventare così tanto i miei piccoli di casa. Ortopedico? Ginnastica? Operazione? Di certo ho finito con l’osteopatia.

Ma un vaffanculo liberatorio mi piacerebbe lasciarlo. Come fosse un buon Natale.

Ps. Ho dormito con lei nel letto con me tutto il giorno. Mi ha accudito. Mi è piaciuto tanto. Lo avrebbe fatto anche lui, ma è andato dai nonni. La mamma così fa troppo male vederla. Dio (o chi per te) fai solo che io non mi ammali mai veramente.

Che se quest’anno mi ha insegnato qualcosa è solo questa. Basta stare bene. Noi. Le persone che amiamo. È una frase del cazzo, ma è l’unica vera. E chi sta vivendo il Natale come so io non può che darmi ragione. Piantatela con le lamentele inutili. Godiamoci abbracci sorrisi e coccole. Ringraziando ogni singolo santo giorno passato in salute. C’è chi ha malattie in corso e ha l’età di te che leggi, c’è chi ha perso gente, tanta troppa, troppo presto. Tipo un papà a Capodanno, tanto per vivere le feste sempre in una bella armonia. Chi passa le giornate in ospedale . Su, dai, piantiamola. Il mio dovrebbe essere solo un grande blocco alla schiena. Piantiamola. Con vaffanculi sì, ma sorridiamo a tutto il bello che c’è. Fine.

Ps. E guardiamo il lato positivo. Erano mesi che sognavo chili di telefilm e musica e libri sotto al piumone no? (Ehm)

Love

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Comments (2)

  1. Ciao Silvia, per la seconda volta consecutiva ho vissuto un Natale -il mio momento dell’anno preferito, ovviamente- costellato di bollettini medici, biopsie, malumori e lacrime. Tutte queste cazzate motivazionali che puntano a illuderci che tu, tu, tu sei il punto da cui ripartire, e solo io, io, io e poi io sono padrone del mio futuro e artefice del mio successo si dimenticano di dire che se un membro della tua famiglia soffre non c’è verso di essere felice anche se sei giovane, talentuoso, riuscito e hai il mondo in mano. In bocca al lupo per la tua schiena, a breve tornerai dritta come un fuso.

    1. In bocca al lupo a te cara Valeria. Sono d’accordo con te. E io alle cazzate motivazionali ci credo pure un po’, figurati. Quel se vuoi puoi che giuro un po’ mi piace anche se non vuol dire che funzioni. Poi però all’ennesimo giorno chiusa in casa con l’umore sotto i piedi vorrei crederci un po’ di più. E invece. Un abbraccio gigante e sorrisi, proviamoci.