guarda che è normale mamma

E così

«Ma che brava, Patata, come colori bene dentro le righe!»

«Celto, è pelchè ho dato via il ciuccio!»

Il terzo giorno è iniziato con entusiasmo, con sorrisi, come se aver dormito per la seconda notte senza ciuccio fosse una conquista incredibile, che non sa mettere in parole ma che, che diamine, è una cosa grossissima e lei lo sa. Ieri ha voluto guardare Aurora e oggi Biancaneve. Niente di che direte voi. Tantissima roba vi dico io. Lì ci sono le streghe e lei, le storie con le streghe, non le voleva proprio vedere. Ma ora è grande.

Sta andando bene. Lo chiede, lo vorrebbe indietro. Ma mi aspettavo pianti disperati, capricci, urla, mani nei capelli un po’ come quelli del primo giorno, orario pisolino. Lì è crollata. Lo voleva tantissimo. Perché un conto è andare a dormire sapendo che il giorno dopo arriveranno i regali. Un conto è non averlo quando sei abituata e non c’è più nessuna Fata in arrivo, ma solo la consapevolezza di non averlo più. Ma complice il solletico, le parole tipo segreti sussurrate nelle orecchie, l’ho fatta ridere e piano piano si è calmata. Ho quindi temuto per la sera. Se di pomeriggio era stata in grado di piangere così, di sera che cosa sarebbe successo?
Niente, signore e signori. Sì, me lo ha chiesto «Mamma ma tu chiamala la Fata dei ciucci e dille che si è sbagliata! Io lo rivoglio.», ci ha provato anche in maniera furba «Mi dai un libro, e poi un gioco, e poi il ciuccio?» sperando che, infilandolo nella conversazione con nonchalance, mi distraessi, dandoglielo. Ma lei lo sa che il ciuccio non c’è più e che, soprattutto, lo ha deciso lei. E io glielo ricordo. E lei più di tanto non può ribattere. Ok, prova a rubare quello di suo fratello. Sa che può farlo per finta, ma quello lì non è il suo ciuccio.

Ci ride anche su. Oggi pomeriggio mi ha detto che a lei il ciuccio serve proprio per dormire, che da sola non lo sa fare. «Ma scusa, Patata, e ieri sera e la sera prima ancora quindi come hai fatto?». Pausa, sguardo sorridente. «Non ho dormito» «Ah, poverina, non dormi da due giorni?» «Già» E ha riso.

Il fatto è questo. Sta andando bene perchè dentro è contenta. E’ riuscita a fare una cosa grandissima, per lei difficilissima, per lei terrorizzante. Ce l’ha fatta. Come potrebbe non essere al settimo cielo? Lo vedo dalle risate della sera, quando non sa ancora bene come si posizionano mani e bocca per la nanna, quando fa le capriole nel letto perché ha un po’ paura di sdraiarsi, quando mi dice che lei da sola non ci vuole stare, ma poi mi lascia andare e si addormenta. Ok, ci stiamo mettendo il triplo tra vai e vieni, chiama e richiama, corri e salta. Ma quando si ferma, crolla. Praticamente subito (ecco, non fare più la nanna di pomeriggio è sicuramente un grande aiuto in questo momento).

Ho un’unica preoccupazione ora, anzi due. Ma quindi parlerà così tanto per sempre appena sveglia? No, perché prima arrivava nel lettone e ciucciando se ne stava un po’ lì tranquilla. Adesso Missnonstozittaunsecondo è una mitragliatrice quando ancora non ho aperto il secondo occhio! 🙂
La seconda è che non ho idea di dove sia finito il ciuccio di scorta, quello che tenevo da qualche parte, che ho portato in vacanza in casa avessimo perso l’altro, che potrebbe essere in qualche borsa e saltare fuori per sbaglio all’improvviso. Ecco, speriamo di no.

PS: Per tutte coloro che hanno esemplari di ciucciodipendenti e pensano che non riusciranno mai a toglierlo… Ecco, volevo dirvi che un giorno qualcosa scatta. Non abbiate fretta. Perchè da queste parti la storia è sempre stata sempre quella (ok, non c’erano bambini senza mamma, forse questo ha influito), ma la risposta è sempre stata, inequivocabile, “io ho bisogno del mio ciuccio”. Fino a tre giorni fa. Di colpo. Certo, se come lei, vivono con il ciuccio in bocca da mattino a sera magari fare un passaggio graduale da “lo usi solo per la nanna” a “lo diamo alla fata” potrebbe aiutare. Insomma, qui ha funzionato. E, come mille altre cose che mi spaventavano tanto, alla fine in realtà, ha fatto tutto lei.

 

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Comments (6)

  1. brava!!! e comunque si, aprono gli occhi e attaccano a parlare. Io me la gioco a volte con un “dai fammi la coccolina” se c’è tempo (quindi solo nel weekend) e mi guadagno sti quattro o cinque secondi di silenzio

  2. Congratulazioni a Patata e alla mamma! Anita lo sta abbandonando per il pisolino pomeridiano perché alla materna non lo vogliono, per la sera ci pensiamo un attimo. Ho più paura io forse. Per quanto riguarda le chiacchiere consolati: la mia apre gli occhi e la prima cosa che mi dice è “e adesso cosa facciamo mamma?”. La variante è “e adesso dove andiamo??”. Tutte le mattine, alle 7.30.