guarda che è normale mamma

Si inizia presto a portare pazienza

«Mamma puzzolona. Mamma cattiva. Non ti sopporto più (stai a posto, hai giusto ancora quel paio d’anni da stare con me, mettiti tranquilla) Ti butto dalla finestra (??? ti butto dalla finestra?). Ti do un calcio in pancia (ti do un calcio in pancia???? Ma queste dove le sente?). » Comunque. Benvenuti nella fase dell’adolescenza dei tre anni. Quella dove lo scontro con la mamma è all’ordine del giorno. Quella dove le urla scoppiano per qualsiasi pretesto. Cambia il vento, dici la parola che non vuole sentirsi dire e via. Quella dove il buon vecchio Freud ci ha scritto sopra pagine e pagine. La bambina scopre il papà (e nel nostro caso mi vien anche da dire Alleluia visto che il povero papà non se l’è sbaciucchiato troppo per tre anni) e mentre lui diventa il papalino adolato, la mamma prende urla. Insomma, parte quel momento delizioso chiamato “se non ti meno è solo perché ti amo tanto, ma quanto vorrei tirarti uno sberlone”. No no, non si fa. Si parla, si spiega. E ci si sente dire «Pelò poi mamma smetti di tlattarmi male!» Io? Io? IOOOOO? Respira.

Giornate piacevoli insomma.

«Maestra, giusto per sapere, ma ‘sta fase dell’adolescenza dei tre anni dura fino ai 16? Che in caso mi organizzo, chessò, organizzo una gita fuori porta da sola per i prossimi 13…» La maestra ha detto no. Che poi finisce. Che è una fase. «Speriamo» ho detto io. Che altro potevo dire?

La maestra ha anche detto che giovedì vanno in gita. In cascina, con uno zainetto vuoto e un cappellino. E vedranno le mucche e andranno sul pony. E no, i genitori non devono andare se no si perde lo scopo della gita (non che volessi andare, ma a quanto pare papà e nonni avrebbero preferito. Ha solo tre anni, dicono. Lasciamo stare che a me in questo momento sembrano 15.)

E così, se già dalla fase di ribellione il pensiero diventa grande lo avevo avuto, la gita ha dato la conferma finale. Non resta che fare le prove generali.

Zainetto. Pazienza. E via.

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otto + nove =

Comments (11)

  1. ehm, a 3 anni gridano, a sei/sette rispondono (se glielo lasci fare, ovviamente, e da noi non si può, ovviamente, e quindi poi si urla, ovviamente).
    L’ultima è stata “tu mi tratti come una schiava” perchè le ho detto di raccogliere i pantaloni _suoi_ che aveva lasciato per terra in bagno _lei.
    Per fortuna poi mi scrive bigliettini in corsivo (oh yes) in cui mi dice che sono bella e mi ama tanto. Se no mi ero già data alla macchia!
    Coraggio, sorella!

    1. sì, meno male che c’è anche la parte di amore puro. oltre a ti butto dalla finestra c’è anche del bello! 😉 ma che fatica. e vorrei tanto non arrivare a urlare. ma mi parte l’embolo. se poi son sveglia dalle sei meno dieci… O___o te lo racconto. glom.

  2. noi uguale uguale uguale. anzi peggio. e di anni ne ha 4 e mezzo. secondo me, questa “fase” finirà quando comincerà quell’altra, l’adolescenza vera. cioè tra qualche anno. ampia solidarietà 🙂

  3. Qualcuno menta per favore e mi dica che queste sono solo stravaganti eccezioni. Necessito di illudermi che la piccola belva tremesenne diventerà un cherubino di quelli simamma vabbenemamma tiaiutomamma. Sennò mi fermo a uno e niente sorellina, si campa lo stesso.

    1. non sarà simamma vabbenemamma tiaiutomamma. Per lo meno non sempre.
      Ma ci sarà anche tanto tivogliobenemamma, miamamminaadorata, mammamiseimancata, mammastaisempreconme. Quindi sì, magari litigherai. Ma sul piatto della bilancia peserà poco (fino all’adolescenza credo. poi il piatto mi sa che precipita! 😉 ma a quel punto il secondo lo avrai già bello che fatto. (fallo fallo, si campa lo stesso, ma da figlia unica te lo assicuro, guardarli insieme è bellissimo)