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Dovevamo solo andare in Egitto

Dovevamo solo andare in Egitto, salire su un aereo, atterrare al caldo, tuffarci nel mare e giocare con secchiello e paletta, come dice lei. Magari tornare e vestirsi solo di bianco per una settimana per far schiattare tutti d’invidia. Che faccio, pago? Non succede niente, vero? Ma certo, marito, paga. Non sta bene, ma non succede niente, figurati, settimana prossima siamo già qui. Invece  a Natale non ti sei alzato. Hai detto, no, al pranzo non vengo, non ce la faccio. Non eravamo pronti a fare il pranzo senza di te.  Non eravamo pronti a portarti in ospedale il giorno dopo. Sono passati 4 giorni. Sono passati 4 mesi. Capisci quanto hai fatto in fretta?

Quattro mesi sono troppo pochi. Quattro giorni sono niente.

Hai sempre scherzato. Hai sempre detto che te ne saresti andato a 88 anni. Poi ad agosto, quando mi hai telefonato, sei riuscito a scherzare comunque. Forse a 88 non ci arrivo più. Ma ci avevano dato speranza. E’ curabile. Ce la facciamo. A giugno sarai il più bello della spiaggia. Perchè la tua pancia enorme se ne è andata, facciamo finta che hai fatto una cura dimagrante. E le tue mani sono diventate sottili e all’improvviso ho visto che sono le mie.

Volevi farcela, spero di farcela. Eri stufo, ma ci credevi. Speravi nella nuova cura. Poi in ospedale hai capito. O forse no. Ma non hai detto niente. Lo so che avevi paura, ma non me lo hai detto, perché hai sempre e solo voluto che io fossi tranquilla. Anche alla fine.

Ciao papi, mi mancherai. Mi mancherai tantissimo.

Mi mancherà raccontarti le cose, vederti sul divano davanti alla tv, passeggiare fino a sotto i portici per fare l’aperitivo dal Bruno e rubare il prosciutto dal Franco, camminare venti metri più avanti della mamma anche se state passeggiando insieme e fermarti all’improvviso facendo segno di muoversi, come se fossimo noi quelle che andiamo piano, il tuo voler mangiare bene, sempre, il tuo saper apprezzare i pisolini, quella senzazione del lenzuolo, i tuoi ritagli di giornale che tenevi per me, magari ti interessa e in realtà mi riempiavano la casa, ma come mi mancheranno, il tuo voler essere il numero uno, la tua battuta pronta, il tuo saper rompere il ghiaccio con chiunque, il tuo far sentire a proprio agio chiunque, il tuo salutare tutti per nome, una carezza ai bambini, il tuo essere amico e confidente, il tuo essere un capo, il tuo aggrapparti alla mamma, l’essere la tua principessa.

Mi mancherà vedervi ballare insieme, con la Patata sul lettone, a ritmo di “nonno affio, metti la musica uno?”. E se penso che non si ricorderanno di te mi fa malissimo.

Eri un nonno bellissimo, saresti stato un nonno bellissimo. So che avresti voluto poterlo dimostrare. Ma io lo so.

Dovevamo solo andare in Egitto, non venire al tuo funerale.

Ciao Alfietto, ti voglio bene

Sissa

 

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Comments (11)

  1. ciao silvia sicuramente non ti ricorderai di me, di quando tu papa’ Alfio, la tua mamma e il tuo cagnolino Charlie venivate a trovarci in montagna e tu volevi sempre stare sul nostro letto a castello , giocavamo io te e mia sorella Sara e mi ricordo che dicevi al tuo papa’ “anche io voglio il letto a castello”, mi ricordo tuo papa’ e il mio che parlavano tantissimo e una volta Alfio dal portafoglio aveva tirato fuori un pezzettino di bresaola di cervo per convincerti che era buona. Mi ricordo un papa’ simpatico e molto spiritoso e credo che anche i miei genitori che hanno passato tanto tempo con lui lo ricorderanno cosi’ allegro e spiritoso. Un abbraccio a te e alla tua mamma da Marta

    1. certo che mi ricordo marta. e mi ricordo che non potevate mangiare la pasta e mi spiaceva tantissimo. e mi ricordo che rotolavamo giù dal prato. mi ricordo eccome…grazie mille.

  2. Cara che tristezza , perdere una persona amata… la più amata.. per noi donne il papà è l’affetto più grande che ci possa essere al mondo ..io ho perso mio padre 14 anni fa ..per me forse è stato meno duro … mi ha sconvolto la vita ma lui fortunatamente non ha sofferto.. non ha dovuto lottare contro una malattia nell incognita di farcela o meno …se né andato all improvviso una mattina di febbraio nel silenzio in punta di piedi ..ed è un continuo ricordare il suo ultimo sguardo , le sue ultime parole , sono passati 14 anni e ancora mi sembra di sentire la sua voce che mi chiama con quel nomignolo che mi aveva dato e che usava solo lui…è un dispiacere che i bimbi non lo ricordino e che non l’abbiano conosciuto ..ma io parlo spesso di lui ..racconto aneddoti cose divertenti su di lui …non è la stessa cosa …è un modo per ricordarlo ..e magari se esiste un’ aldilà magari sentirà che anche se non è più qui continuo ad amarlo..parla sempre ai tuoi figli di lui e del suo amore x la vita ..saranno orgogliosi delle loro radici.. ti auguro di riuscire ad affrontare questo momento difficile ,con l’amore della tua famiglia ci riuscirai .. ti abbraccio virtualmente Francesca L.