guarda che è normale mamma papà

Una piccola grande lotta

«Sono piccola». Lo dice spesso. Lo dice fissandoti, perché ha bisogno di sapere che ti va bene così, che le vuoi bene benissimo, che lei è piccola. E vuole subito il ciuccio.

«Sono grande». Lo dice altrettanto spesso, magari dopo pochi minuti dalla piccolinitudine. Ti molla il ciuccio tra le mani «Me lo dai il mio ciuccio?» perché non ha ancora capito che se consegna lei è “me lo tieni”. E sorride. Perché lei è grande.

Stiamo assistendo a una grande lotta interna dentro a quella duenne meravigliosa a forma di Patata gigante. Se di regressione si parla tanto quando arriva un fratellino ora ho capito perché. Perché non puoi non notarla. A parte quella fisica, che ok è da manuale, ma spero passi presto perché era tanto bello quando le mutande restavano sempre asciutte, c’è quella verbale. C’è la lotta. E con lei è facile vederla perché lo dichiara. Sono piccola, sono grande.

Vuole essere ancora la piccola di casa, vuole dondolare sulla sdraietta di suo fratello, vuole il tettuccio sul passeggino come il tettuccio della carrozzina, vuole essere presa in braccio, vuole sentire di avere ancora il posto speciale che è riservato ai super piccoli, quelli che strillano e vengono accuditi, allora dai che strillo un po’ anche io. E le stiamo dicendo in tutti i modi che lei quel posto speciale ce l’ha. «Sono piccola», sì, Patata gigante, sei la nostra piccolina.

Ma lei ora vuole essere anche grande, è più felice quando lo dice. Perché i grandi fanno cose speciali, fanno i castelli di sabbia, i tuffi in piscina, le corse, i salti e le capriole. Mangiano caramelle e cioccolato, che i bambini piccoli se lo sognano. Parlano, leggono, guardano i cartoni animati.  E allora quel ciuccio forse non mi serve più e te lo do, ma aspetta che prima ci faccio ancora una ciucciatina. E le conta. Uno due tre, e poi me lo consegna. E sorride. Lei ha deciso che quello che la fa stare bene è esser e grande, ma ha troppa paura di non essere più piccola. Vorrei spiegarle che può essere quello che vuole, non deve scegliere, non serve una definizione. È vero, è arrivato suo fratello, ma lei, grande o piccola che sia, è la mia Patata. E da qui non si scappa.

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Comments (7)

  1. E non e’ forse così un po’ tutta la vita? Un passettino avanti, due indietro. Poi pausa, recupero di energie emotive e tentare di nuovo di superare i nostri limiti….Mica solo a tre anni 🙂

  2. se può consolarti noi il conflitto piccola-grande e le due ciucciatine ce le siamo portate fino a 4 anni, quando ha sentenziato “oggi compio 4 anni e il ciuccio lo butto via”, e ha aperto la pattumiera e l’ha buttato dentro. E non avevamo nemmeno il fratellino.
    Baci grandi alla patata piccola e anche a quella grande.
    p.s. no ma il cerchietto di biancaneve è bellerrimo!!! lo voglio!!!