guarda che è normale mamma storie

Non si può morire davanti a scuola

La paura.

Di quello che non dovrebbe mai succedere. E invece succede.

Oggi non hai più paura per te. Non pensi ai compagni di classe. Pensi ai genitori. Oggi sei genitore.

E se dobbiamo avere paura di mandarli a scuola, allora non ha davvero più senso niente.

Invece di andare avanti andiamo indietro.

Si può morire per tante cose. Si può avere paura di tante cose.

Ma vi prego, non delle bombe.

 

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Comments (15)

  1. io non sono ancora genitore, ma da questa mattina, quando ho sentito la notizia, non riesco a pensare ad altro. Penso a Melissa, morta a 16 anni mentre entrava a scuola, e a Veronica, in pericolo di vita, e ai feriti. Penso ai genitori di questi ragazzi, che li hanno visti uscire di casa questa mattina, con il loro zainetto e la spensieratezza dei loro 16 anni e penso a tutte le parole, i momenti e i sorrisi che non potranno più condividere. Non posso credere che un essere umano abbia progettato una cosa del genere. Hai ragione Silvia, si può morire per tante cose, purtroppo, per delle bombe davanti a scuola no.

  2. Ok adesso stringiamoci forte tutti uniti in cordoglio per una settimana finchè i titoli dei giornali non torneranno a parlare di grecia e intercettazioni alla minetti.
    Che bello fare retorica quando succedono queste cose, fare i genitori preoccupati per questa società in declino, svuotata dei vecchi valori e in preda alla violenza.
    Dei bambini che muoiono di fame ogni giorno chi ne parla? Dei bambini costretti a prostituirsi o a fare i corrieri per la droga, vittime quotidiane dell’abbandono di intere aree della nostra bella Italia, chi ne fa mai menzione?
    E delle famiglie ormai al di sotto della soglia di povertà che oltre a non poter dare un’istruzione ai figli non riescono nemmeno a sfamarli, niente?
    No la coscienza si risveglia solo quando c’è la piccola tragedia (e non intendo a livello di sofferenza ma solo di numero di vittime), mentre le centinaia di vittime quotidiane, i bambini abbandonati dalle famiglie, dai grandi rotocalchi e persino da noi, quelli non sono abbastanza interessanti per essere menzionati qui?
    Tra una bomba e l’altra continuerete a chiacchierare solo di gravidanze, passeggiate al parco e su come farsi belle?
    Si può morire per tante cose, ben peggio di una bomba.

    1. Posso anche essere d’accordo con quanto dici, ci sarebbe molto altro di cui parlare, molto spesso, forse sempre, ma questo è il mio blog e non uno spazio giornalistico. La retorica la lascio ai giornaloni che vanno a pescare le foto, fare le interviste, inserirsi con violenza nel dolore. Io questa mattina, sono stata colpita dal fatto che fino a due anni fa mi sarei sentita vicina ai ragazzi, mi sarei sentita una di loro, avrei pensato al mio liceo, perchè ancora mi sarei sentita da quella parte. Oggi sono dall’altra parte. E quindi l’ho scritto. Perché mandare a scuola i figli non dovrebbe fare paura. per lo meno non in italia. per lo meno non per una bomba. La scuola è e sarà anche una mia realtà, da genitore. Potrei parlare anche di tutto il resto, hai ragione. Ma sono in uno spazio di pannolini, gravidanze, passeggiate al parco. Di mamme figli e di miei pensieri. E questo è quello che penso.

    2. Mariag ti auguro davvero di non dover mai avere paura che i tuoi figli, se mai ne dovessi avere, siano fuori di casa sapendo che potrebbe essere successo qualcosa, sapendo che certe cose, ancora oggi, succedono e accadono perchèci sono purtroppo degli esseri che non hanno rispetto per la vita umana. Certo, si muore per altre cose ma come dice silvia questi blog sono spazi personali e se abbiamo voglia di raccontare quante volte nostro figlio sporca il pannolino lo possiamo fare, non sei obbligata e leggere, sai?
      Ci sono cose che ci colpiscono di più e cose che crediamo valga la pena di commentare e di certo nessuno ha il diritto di sindacare su questo, tantomeno persone che non sanno cosa significhi avere un figlio e avere paura per il suo futuro.
      Perciò facci il favore di tenere le tue offese per te.

      1. Ecco il cameratismo delle lettrici che avvampa.
        Le uniche offese che leggo sono le esternazioni del tipo “non sei obbligata e leggere, sai”. Nemmeno i vostri figli a scuola davanti ad una discussione risponderebbero in maniera così infantile.
        Le cose che vi colpiscono di più sono quelle che leggete in prima pagina nei giornali o nel servizio di punta del TG1, quelle sono le cose che vi spingono a scrivere lacrimevoli post e commenti da mamme colpite dalla tragedia, a dichiarare la vostra appartenenza alla categoria “ho un utero attivo” con uscite del tipo “tantomeno persone che non sanno cosa significhi avere un figlio”.
        Forse nessuno vi ha spiegato che non serve avere un figlio per preoccuparsi della salute o della vita dei bambini, tanto quanto non serve essere prete per fare carità e aiutare gli altri.
        Gli esseri che non hanno rispetto per la vita umana e per la vita dei vostri amatissimi bambini non sono solo quelli che una volta ogni 40 anni mettono un ordigno davanti ad una scuola ma sono anche e soprattutto quelli che costruiscono tetti in amianto cancerogeno nelle scuole, quelli che si dimenticano di adottare sistemi antisismici per le scuole in zone sismiche o che imbottiscono le merendine economiche distribuite negli asili di sostanze chimiche nocive.
        Provate a combattere battaglie per cui valga la pena di essere definite mamme invece di accodarvi al cordoglio di questa tragedia per due giorni e poi dimenticare le belle parole e l’empatia.
        Ah, e il vostro insegnamento “a volte si può anche stare zitti. dignitosamente zitti” vale per entrambi. Se questo è un blog che parla di pannolini allora lasciatelo tale perchè se alzate il livello morale allora vi dovete impegnare veramente.

        1. Ma sai che sei davvero simpatica?Non capisco il tuo accanimento, probabilmente hai qualche situazione irrisolta con te stessa che ti spinge a offendere e puntare il dito.
          Ti saluto e ti auguro una buona giornata

    3. altre ovvietà e banalità da dire?ovvio che ci sono tante cose brutte a questo mondo. non serve che le elenchi…qui si sta parlando di vite umane. di giovanissime vite. di vita e di morte. di una ragazzina.di una figlia. evidentemente non hai figli quindi semplicemente non puoi capire. tutto qui.

      1. ah, dimenticavo. non serve per forza parlare (o in questo caso scrivere). a volte si può anche stare zitti. dignitosamente zitti.

  3. @MariaG quindi secondo te non se ne deve parlare, testa sotto la sabbia perchè esiste di peggio? Non è giusto ricordare una vittima innocente?
    C’ è sempre di peggio, ma il peggio è il cinismo di gente come te!

    1. Testa sotto la sabbia? Cinismo? Mi spieghi a cosa ti riferisci?
      Rileggi quello che ho scritto invece di lanciarti a testa bassa alla difesa del fortino.
      Ci sono problemi quotidiani (e non solo nelle scuole) che potrebbero essere discussi per migliorare il futuro dei vostri figli, anche in un luogo come questo.
      Il gesto estremo di un pazzo non può essere prevenuto mentre altre decine di problemi sì.
      Per cui, invece di ricordare solamente le vittime, impegnatevi in qualcosa di davvero utile per i figli vostri e per tutti gli altri genitori che spesso per motivi sociali od economici non hanno la possibilità di combattere nè tantomeno vincere una qualsivoglia battaglia.
      Troppo spesso ci si ricorda dei problemi solo quando questi si sono trasformati in qualcosa di irreversibile e tragico.
      E lascia che ti dica che il tuo “C’ è sempre di peggio, ma il peggio è il cinismo di gente come te” lo trovo patetico. Il peggio che si dovrà affrontare se non si agisce non è il mio cinismo ma il futuro che migliaia di bambini non avranno.

      1. Scusa, ma cosa ti da il diritto di credere che una cosa escluda l’altra.
        Uno può sentirsi colpito in prima persona da una tragedia come quella di Brindisi, e allo stesso tempo combattere le sue sacrosante battaglie per un mondo a dimensione umana.
        Non capisco proprio come ci si possa arrogare il diritto di decidere per chi e per che cosa si è legittimati a soffrire.

        1. Ci dev’essere un’improvvisa esplosioni di ormoni perchè continuate ad imputarmi cose che non ho mai scritto. Lo ripeterò un’ultima volta perchè i muri di gomma mi hanno sempre dato fastidio.
          Potete rimanere colpiti da ogni tragedia e scrivere post a supporto del vostro pensiero, chiaro il concetto? Però ricordatevi ogni tanto, tra chiacchierate su pannolini, passeggiate e ninna nanne, di affrontare anche tematiche importanti che richiedono la vostra coesione (ne ho elencate almeno 10) perchè non è solo una bomba la tragedia più grande che possono incontrare i figli di oggi. Dire che questo è un piccolo spazio personale non è un alibi sufficiente per deresponsabilizzarsi dal dire e fare qualcosa di concreto per il futuro dei vostri figli.
          Pensavo che in un blog dove c’è il tasto commenta si potesse davvero discutere con persone che non prendono una posizione di difesa appena viene avanzata un’opinione diversa da quella del “blocco mamme”. Critiche e consigli servono per migliorare (non dite forse così ai vostri bambini?), chiaramente in questo spazio non funziona così.

  4. Ciao Silvia, posso solo immaginare la paura che si insinua nel cuore di un genitore, ma non è un’intuizione di certo lontana dalla realtà. Da figlia, ho sentito la paura, quella peggiore, quella delle cose normali, che normalmente sono il rifugio rispetto agli imprevisti.

  5. hai ragione, la prospettiva cambia tanto quando si diventa genitori.
    E’ un po’ come se l’essere genitori venga prima dell’essere persone, a volte.
    Due anni fa ho perso una cugina 40-enne in un modo molto brutto.
    Sono stata male più pensando a mia zia, a come si possa sopravvivere, da madri, a una cosa del genere, piuttosto che per il lutto che comunque ah colpito anche me. Quello è arrivato dopo.