guarda che è normale guarda che pancia

Ma tu lo hai fatto il corso preparto?

A è un anatroccolo che non sa volare, B è una barca sperduta in mezzo al mare… Potrei andare avanti con questa deliziosa canzone fino alla lettera Z. Sì, ho fatto il corso preparto. Sì, mi è servito. Tanto. Non proprio in tutto: questa canzone dal ritmo sempre uguale avrebbe dovuto accompagnare il mio travaglio! Ah-ah, come no.

Anna, la mitica ostetrica del mio corso, due anni e mezzo fa ha cercato di convincermi (e con me altre undici future mamme) che cantando l’alfabeto avrei preso il ritmo giusto della respirazione. Anna è una donnina forte e allegra, mamma di tre figli. Dava sicurezza a chi come me era al primo parto pensare che lei fosse riuscita a farlo per tre volte. La immaginavo cantare, sdraiata su un lettino, tra una spinta e l’altra. E’ della scuola “più naturale è meglio”, un po’ come tutte le ostetriche. Ma non disdegna il progresso scientifico, leggi epidurale (ecco, meno male che mi ha detto di farla). Per lei cantare fa bene. «Aiuta la respirazione, vi dà il ritmo, vi rilassa». In quel momento era bellissimo crederci. E io cantavo e cantavo.    E è l’elefante seduto nel giardino…E no, non mi interessava pensare che in tv non te la raccontano così. Io avrei usato le sue tecniche, i suoi consigli. E se fosse servito anche la sua canzone. Io ce l’avrei fatta. Rido.

L’altro ieri ho chiamato il mio ospedale. Non so se davvero frequenterò il corso di nuovo. Ma forse sì. Intanto mi sono iscritta. “Signora ostetrica, ma sarò l’unica ripetente?” “Ma no, cara, lo rifate in tante. Al massimo non lo frequentarai tutto. Tanto sai già come va a finire“. Già… Al mio primo corso preparto alla presentazione di ripetente ce n’era solo una. E non l’ho più vista. Spero di non essere la sola. E spero che la mia faccia si darà un contegno quando assisterò ai racconti di quanto bello e naturale sia il gioco di squadra tra mamma e bimbo durante le spinte. Al primo giro puoi crederci. Ed è giusto ascoltare tutto quello che ti dicono. Quando mi si sono rotte le acque ho avuto una scarica di adrenalina, ma ero tranquilla. Sì sì, tranquilla e fiduciosa. Mi avevano preparata bene. Sono arrivata in ospedale pensando “Se è tutto così, questo è un gioco da ragazzi”. Buahahah, beata ignoranza.

Questa volta ho paura che inizierò a tremare un mesetto prima. Quindi forse è meglio se vado al corso. Alla ricerca di conforto.

E poi…

Ci vado per gli esercizi. Perchè tanto te lo puoi ripromettere quanto vuoi, ma in casa da sola non li farai mai. Per lo meno io no.

Ci vado per conoscere nuove panzone. Perché a luglio ho paura che sarò l’unica mamma del primo giro a restare in città. E che ho bisogno di uscire e di compagnia mi pare lo abbiate capito. In quel primo mese avrò bisogno di qualcuno con cui chiacchierare.

Ci vado perché stare in mezzo alle panzone mi fa bene, mi aiuta a capire che sto diventando mamma, sta volta bis. E’ giusto che io dedichi un po’ di attenzioni speciali a questa panza. A un certo punto. Almeno un paio d’ore a settimana.

Ci vado perché mi piacciono i corsi (cliccare per credere), anche questo penso che ormai sia chiaro.

Non voglio replicare l’esperienza del primo giro. E ci andrò solo se gli orari si incastreranno con quelli della Patata sorella grande.

Comunque pare che il corso lo terrà di nuovo Anna. Spero cambi canzone. Se no sarà dura non scoppiare a ridere.

 

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uno × due =

Comments (2)

  1. tu scrivi troppo bene, silviagianatti. no, troppo no. scrivi che le parole danzano come in una filastrocca dalla metrica perfetta. di quelle che ti trovi a cantarle e anche a sorridere. mentre le canti. o, in questo caso, mentre le leggi.

    sarà che a me questa filastrocca non l’hanno insegnata (ma continuo a venerare le ostetriche del corso preparto che, tra le altre cose, mi hanno pure evitato l’incubatrice per la folletta, che se era per la dottoressa ci stava un mese, invece è nata quasi giusta e dopo due giorni eravamo a casa…), sarà che il mio è stato un parto precipitoso (e penso resterà nell’aneddotica dell’ospedale la mia risposta al “signora non spinga…” detto al volo da chi mi stava portando in sala parto), sarà che son materna dentro ma sai che mi vien da dirti? che bella mamma che sei, silviagianatti…

  2. Mai fatto, per nessun figlio: sono sempre stata convinta che con due spintarelle e una sgrullatina dei fianchi avrei risolto tutto.
    ahahahahhahaha
    ahahhahahah
    ahahah
    ahahh
    aha
    a