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Anche la mamma è postmoderna

La mia amica Vale fino a quattro, forse cinque, anni fa se vedeva un bimbo sotto i due anni, possibilmente con le guance paffute e un sorrisetto furbo, era capace di commuoversi. Ma anche se incrociava una coppia con una carrozzina in centro. Lacrime vere, mica per dire. Voleva un bimbo, tantissimo. E io, che quattro, forse cinque anni fa, a un bimbo neanche ci pensavo, la guardavo con occhi sgranati, dicendole che c’era tutto il tempo, che eravamo ancora troppo giovani (più lei che io), che avevamo tante righe da scrivere, che se lo desiderava così tanto poteva farlo, ma ovviamente il lui di lei non aveva come massimo desiderio il riprodursi a venticinque, forse ventisei anni.

E così sono passati quattro, forse cinque, anni e la mia amica Vale di colpo, un giorno, mi ha detto che di figli non ne voleva più. Che non li avrebbe mai voluti. Che sta troppo bene così con lui. Che vuole viaggiare, scoprire, fare le cenette romantiche, uscire al venerdì sera, vivere di coppia e emozioni. Che non saprebbe come continuare a lavorare, che la limiterebbe, che ora insomma, proprio no.

Io non so se poi le tornerà la voglia. Magari no (ok, io ho scommesso che sì, se non sbaglio la scommessa scade tra un paio di anni, per vincerla ci deve essere una pancia, ma non è detto che io vinca). Magari le è davvero scattato qualcosa e vivrà per sempre nella categoria “non mamme” che funziona benissimo lo stesso, anche se per chi è mamma è difficile comprendere come. Perché una volta che lo provi non torni più indietro.

La mia amica Vale ha scritto un libro (in realtà ne ha scritti anche altri, alcuni sotto mentite spoglie, altri ufficialmente in libreria) che è uscito ieri. 

E’ il suo manuale. Ragazze postmoderne, che sono quelle che sognavano il principe azzurro e lo hanno trovato. E che si prodigano a non sedersi nel castello, ma capiscono che la vita di coppia è fatta di amore, passione, ma anche fatiche, incomprensioni e crescite. Quelle che quando pensano a lui, pensano “per sempre”. E che quindi sanno che il lieto fine non è “e vissero  felici e contenti”, ma “rimbocchiamoci le maniche, la coppia non si dà mai per scontato”. Io mi sento ragazza post moderna. Anzi, mamma post moderna. Perché nella sua versione c’e che magari un giorni lui e lei faranno figli. Ma per ora no. Io invece sì. La mamma post moderna è come la ragazza post moderna: alcuni valori arrivano direttamente dagli anni 50, c’è la voglia di fare carriera e realizzarsi, la voglia di sentirsi carina agli occhi di lui, la voglia di occuparsi di lui e lui di sè. Con un dettaglio in più: una Patata per casa. Post moderna pure lei. I trucchi della mia amica Vale sono stati anche i miei e sarà che le amiche tra loro parlano, ma di punti in comune ne ho trovati tanti. Altre volte invece ho proprio pensato che sì, dovevo/dovrei proprio fare un po’ più come lei. Ma i libri servono anche a questo no? Quindi ho preso spunto. E poi ho anche riso, perché le storie degli altri fanno sempre più ridere della propria. Io e la mia amica Vale siamo spesso facce della stessa medaglia. Qui due ragazze post moderne, versione senza figli. Versione con. Fate finta di niente, ma giorno per giorno cerco di farle capire che si sta bene lo stesso, anzi forse meglio, anche nella versione con. Per ora non ho ancora visto tornare le lacrime.

PS: e comunque essere citate nei libri degli altri è un grande, grandissimo onore 😉

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Comments (19)

  1. E’ rassicurante leggere di storie dove non esiste un giusto o sbagliato, un devi o non devi, un “era ora” e “ormai è tardi”…soprattutto se vivi in un posto dove sei considerata “fuori tempo massimo” in tutte le discipline sportivo-sociali…

    1. Oh be’, ma la gente dà spesso aria alla bocca tanto per farlo. e chiedere quando farete figli è una delle domande preferite.

  2. E’ vero, va bene tutto in questo campo, figli sì, figli no, l’unica piccola obiezione (piccola mica tanto) é di non pentirsi quando sarà troppo tardi, conosco donne che dell’essere senza figli hanno fatto una bandiera, salvo poi superare i quaranta e rendersi conto che l’orologio si stava fermando per sempre. E allora arrivano i rimpianti, o, peggio ancora, i tentativi di gravidanze che son più da nonne che da mamme…
    ps corro in libreria!

    1. ehm
      io l’ultimo figlio l’ho avuto a 43 anni. Forse quello che mi aiuta è una sorta di gap tra età anagrafica e età percepita (continuo a essere convinta di compierne ogni anno 36) ma è dura crescere un bimbo mano a mano che si va avanti con l’età. Non è tanto la fatica fisica, ma quella mentale. L’aver voglia di fare anche altro.
      Tornassi indietro, i miei figli li farei a 30 anni e a prescindere. Chi cojo cojo.

    2. vero. verissimo. c’è anche chi non avrà mai il rimpianto. ma è vero che se cambi idea troppo tardi è dura…

  3. io 31 anni e una nana di 1 anno,le mie amiche più o meno stessa età non ci pensano proprio anzi dopo i 40 anni!come se i figli si possono mettere in agenda!!!!

    1. proprio stamattina pensavo a tutte le mie amiche. a quanto cambino equilibri, uscite, etc in base alla versione con e senza. A quanto sia bello farli insieme, alla stessa età. E vederli crescere insieme e andare al parco in compagnia etc. Ma mi sa che ci faccio un post 🙂

  4. E se vi dicessi che io incinta ci sono rimasta “a sorpresa”? E di un lui che conosco da 10 anni ma con il quale sto provando a stare insieme seriamente solo da 2 mesi e mezzo, di cui 1 e mezzo con la consapevolezza di essere incinti?
    Ho 30 anni, un impiego fisso, vivo in un bilocale che ho acquistato quando il mio ex mi ha fatto capire che di trilocali e di figli non se ne sarebbe parlato prima di un bel po’ e sono nello stato confusionale più assoluto.
    Con il mio lui ci siamo tirati e mollati negli anni, senza mai stare insieme veramente. Durante l’ultimo anno l’ho spiato su Facebook, ricontattato, ci siamo scritti intense mail e alla fine ho preso la decisione di lasciare il mio ex e provarci sul serio con lui.
    Dopo solo un mese la sorpresa, proprio ora che mi stavo riappropriando della mia libertà, della mia voglia di arricchirmi di mille esperienze (viaggi, corsi di fotografia e di cucina, nuove conoscenze…). Ora sono sulla montagna russa dell’indecisione, combatto tra la tenerezza dell’idea di avere un figlio e la paura di tutti i limiti che questo può comportare. A volte ne sono entusiasta, a volte terrorizzata, e mi chiedo se in una situazione come la mia sia normale o no…

    1. sai che è normale anche in una situazione non come la tua? il giorno in cui il test è risultato positivo ho detto “alè” e subito dopo “oh ca***”. ed è stato così per nove mesi. Bellissima l’idea di avere un bimbo in alcuni momenti, terrorizzante in altri. che ne sarà di me? al secondo giro pure ti dirò, perchè ora so quanto è bello averne uno. ma non so com’è averne due… insomma, la paura, il terrore ci sta. tutto. se è arrivato proprio con lui, subito, un motivo credo ci sia. pensare di non volerlo in alcuni momenti non deve abbatterti. ora non c’è ancora. Quando ci sarà… penserai che è bellissimo essere in tre. E che non poteva andare diversamente. O così almeno ti auguro. Ma sono sicura! 🙂

      1. Grazie per le tue parole Silvia, spero proprio di poterti scrivere nuovamente, a fine dicembre, per dirti che avevi ragione! In effetti per ora ho solo un abbozzo di pancia e molta stanchezza (sono fortunatissima perchè non ho nemmeno forti nausee!) ed è normale che non mi renda ancora bene conto di quello che sarà…è tutta teoria e a volte la mente va troppo in là, quando si lascia prendere dalla paura…
        Quello che mi fa più sorridere è ciò che penserà la gente quando lo saprà, diranno che sono sconsiderata, si sprecheranno i pettegolezzi, soprattutto in ufficio, e spero di avere la forza e la serenità di sorridere anche di questo.

        Grazie ancora e salutami la tua amica Vale, che ho avuto modo di conoscere nei primi anni 2000, all’epoca del Tipota! 🙂

        1. la vale te l’ho salutata (ma chissà chi sei? 🙂
          tu lasciali parlare. tutti.
          anche la mia è nata a dicembre. è un bel mese. magari nevicherà.
          oggi il post che ho scritto me l’hai regalato tu. quindi grazie 🙂

        2. Ehi, Panzone!
          Scusate se mi intrometto, ma da Non Panzona volevo dirvi che solo il fatto che avete intrapreso questa strada (più o meno volontariamente) vi rende ai miei occhi Super. Siete coraggiose, intrepide, vi tenete un bimbo nella pancia e magari avete paura di quando dovrà uscire, ma va be’, si farà.
          E aggiungo una cosa per Editatrice: Silvia non è mai stata una ragazza modello Mamma Dentro, una di quelle con la mammitudine. Dormiva almeno 8 ore a notte, la domenica per lei era pigrezza assoluta, viva i telefilm, i film e il divano. Poi però, da quando è diventata mamma non l’ho mai sentita lamentarsi davvero di nulla. All’improvviso aveva una neonata in braccio e sapeva che cosa doveva fare. Non solo: lo fa alla grande; è tra le mamme migliori che io abbia mai incontrato. Ora, senza offendere Silvia. Io ho visto che le mamme si trovano dentro risorse, energie e amore che prima non sapevano di avere. Coraggioooooo

          1. Vale! Ma sei quella Vale?? La Vale postmoderna??? Ciaooooo! Quanti anni!! Che bello scoprire (in ritardo, ahimè) che scrivi, mi piace moltissimo il tuo blog, la tua ironia sulle piccole cose della vita!
            Cara Vale, fino al 17 aprile mi sentivo proprio come te: libera di scegliere quello che volevo per me stessa e per la persona che stavo frequentando, stavo bene in una libertà ritrovata dopo la fine di una storia che mi ha fatta sentire in gabbia sul finale…
            Poi è arrivata la “sorpresa”, come un ciclone nella mia vita e in quella di lui… Ma hai ragione in pieno sulle risorse che una donna può trovare in sè scoprendosi incinta. E’ passato poco più di un mese dal giorno del test e ormai sto mettendo da parte la paura e la preoccupazione per la libertà perduta e sto già iniziando ad immaginare il futuro con il nano/a…credo che tutto verrà in modo semplice e naturale, anche l’abitudine a nuove abitudini.
            E poi non devo mai dimenticare che non sono sola: lui mi è stato vicino fin dal primo momento, gestendo le sue emozioni insieme ai miei umori turbolenti, è stato bravissimo e lo è tutt’ora, e sono sicura che lo sarà anche dopo.
            E per finire, mi piace troppo fare queste chiacchiere per iscritto insieme a voi, quindi vi romperò ancora prossimamente, vi aggiornerò sullo stato della mia panza che avanza e tutto il resto.
            Grazie, grazie, grazie!!! A presto!

  5. Sì, sono io! Vale, Bleis, Tipota, la Slalom doppio malto… ma faccio fatica a capire invece chi c’è dietro a Editatrice! Congratulazione per la panciona!!!!

    1. Cara Vale, buon lunedì! Domani sera vado a fare un aperitivo con la Mari(stella) sui navigli, vuoi unirti a noi? 🙂 Ieri ci siamo whatsappate a lungo e le ho confermato chi sono, ovvero: Francesca, sua ex compagna di università (corso di giapponese), ex frequentatrice del Tipota e del Rocket insieme a lei quasi ogni venerdì sera negli anni 2002-2005. Tu ed io, all’epoca, ci siamo conosciute ma frequentate per nulla, tu avevi un giro un po’ diverso forse…
      Saluti da me e dal fagiolo nel panzino! Da ieri siamo entrati nella decima settimana ed abbiamo festeggiato il complefeto (passaggio da embrione a feto)! 🙂