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E se non lo avessi scritto a 13 anni darei la colpa a Robbie Williams

Ciao, mi chiamo Silvia e nella vita scrivo. Di musica, pare.

Mi consola solo il fatto di aver trovato un appunto su una scheda di orientamento di terza media con su scritto “da grande voglio intervistare i cantanti” perché se no il dubbio che tutto sia partito da qui mi verrebbe. E il qui è Robbie Williams che è apparso quando avevo 16 anni (quindi tre anni dopo la scritta, diamolo per certo).

Sono stati anni difficili, inutile dire di no. Anni in cui c’erano i Take That e avremmo fatto qualsiasi cosa per incontrarli. Ma che dico incontrarli. IncontrarLO. C’era solo lui. Nel walkman magari suonavano gli Oasis e tutto il fighettume brit pop. Ma il cuore era per canzoni che i One Direction in confronto son cantanti raffinati. Poi per fortuna (o sfortuna? chissà) lui ha mollato. E ha fatto il cantante solista. E le altre sedicenni si sono liberate. Ma noi noi. Siamo state destinate ad averlo attorno PER TUTTA LA VITA. Per fortuna non più conciate come allora. Ma insomma, è come quando incontri un ex fidanzato che hai amato tanto e che non ti ha mai fatto niente di male, probabilmente lo hai lasciato pure tu. Gli vorrai sempre bene. Passerai mesi senza mai pensarci, ma poi ti si parerà davanti e vivrai qualche istante di ricordi. A un suo concerto sarai sempre quella sedicenne là, per quelle tre ore. Con nostalgia e un sorriso. Sì, sarai sempre sempre felice di rivederlo. E riascoltarlo.

Bene. Oggi è il giorno in cui rivediamo e riascoltiamo Robbie. Pare sia il re del pop. Ma per te, per noi, sarà sempre e solo Robbie. Che ne sanno tutti gli altri.

Quindi. Ci sono gli articoli di giornale e i commenti tecnici. E poi ci sono i post sui blog di sedicenni cresciute che han deciso di segnare i commenti del primissimo ascolto.

Oggi esce The Heavy Entertainemt Show, il nuovo album di Mr Williams che giovedì prossimo sarà il super ospite di X Factor. E queste sono le canzoni che ci sono dentro. E sono belle canzoni. 

the heavy entertainment show: effetto rocky horror, effetto a san siro la saltiamo (nel senso di saltare hop hop) tutta.

party like a russian: effetto vodka, effetto ho voglia di ballare, effetto datemi un vestito bianco e una scala.

mixed signals: effetto al secondo ascolto forse diventa la mia preferita. Tanto anni 90. E in fondo da lì veniamo no?

love my life: ok no. questa è la mia preferita al primo. I am wonderful. I am beautiful. Ciao proprio, se serviva un inno a noi vecchie carampane che un tempo avevamo 16 anni ma ora non più, eccolo qui. Quasi piango.

motherfucker: l’ha dedicata a Charlie. Ci ha messo dentro una parolaccia. Ah. Ah. Anche questa a san siro darà abbastanza soddisfazione. You’re the one.

bruce lee: memorie di brit pop di cui sopra, pare.

sensitive: ciao sono robbie e sono super al passo coi tempi, che vi credevate? (balliamo)

david’s song: la chitarra quella che piace a me. la voce che piace  a me. la canzone triste (dedicata al manager che non c’è più). E abbiamo tutti qualcuno che non c’è più. Purtroppo.

pretty woman: sì, ci sta. Non in top preferite. Ma ci sta.

marry me: eh. ormai è fatta, rob. Dovevi chiedermelo prima.

hotel crazy: quella che dobbiamo fare vedere che si sperimenta sempre. E infatti c’è dentro pure Rufus Wainwright.

best intentions: comunque a ‘sto punto stavo pensando che è vero che non ha un genere unico che segue, ma cacchio, invece è proprio sempre lui. Diverso, ma lui. Un pensiero profondo direi. Questa mi piace un sacco, ecco.

sensational: vabbè dai, questa l’aveva praticamente già cantata.

when you know: che strumento è quello che suona lì sotto? Comunque questa mi fa effetto Labyrinth. Tra le scale di Escher.

time on earth: il video è su un’astronave. Tra stelle e cielo. E lui saltella su piccoli pianeti, da uno all’altro. E la Terra la guarda da lontano. E la prende in una mano. No? (e con lui saltellano i Pet Shop Boys, non ditemi di no)

i don’t want to hurt you: in duetto con John Grant. Nella deluxe edition. A chiusura dell’ascolto in anteprima. Fa un effetto epico in effetti. E chiude bene. Molto bene.

E niente, mentre ascoltavo mi han chiesto di scrivere un pezzo invece vero, per lunedì. E forse, in barba a tutto quello detto poco sopra, non sarà per lui che ho deciso di fare questo lavoro, ma forse è da quando vedo gente passare dietro alle transenne del Forum o dentro agli hotel cinque stelle, che sogno di scrivere di lui, per davvero.

E quindi, non resta che riascoltare. Sapendo che la prima che vorrò riascoltare non sarà più nell’ordine proposto, ma nell’ordine di preferenza. Chissà da che cosa ripartirò. Sono curiosa.

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Aggiornamento:

http://www.donnamoderna.com/news/people-news/robbie-williams-nuovo-album-intervista

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