guarda che è normale viaggi

Basta scoprirle

Non sono una da montagna.

Nonostante sia montanara, anzi “montagnona”, a metà. Il mio papà infatti veniva da un paese che si chiama Montagna (vi risparmio le gag, i fraintendimenti, gli “ok, montagna, ma come si chiama il paese?” eccetera). Lì ci sono ancora tanti miei parenti (compresa la tomba del primo Gianatti del mondo, capiamoci). Quindi insomma, dovrei sentirmi a casa tra i monti, o almeno una metà di me dovrebbe. #Einvece. Mi sento a casa quando ho i piedi che toccano la sabbia e gli occhi che guardano il mare (meglio ancora se è l’oceano). Adoro le onde. Adoro l’odore della spiaggia. Sì, adoro anche la sabbia che si appiccica addosso. Fastidio non mi dà.

Quindi.

Ritrovarmi a guardare ammirata le cime, annusare l’aria di pino, riempirmi gli occhi di verde, un po’ è stata una sorpresa. Non era la prima “altra” montagna che vedevo. Ma il cuore sui monti non lo avevo mai lasciato. E hai voglia a sentire mia mamma che lì ci era già stata più volte con mio papà “che quella valle è la più bella di tutte”. Puoi fidarti, ma non ami la montagna. Quindi… #Einvecedinuovo.

Aveva ragione la mamma (ma le mamme su, han sempre ragione, mica mi son presa questo status per altro).

E nonostante prima di partire, avendo visto nel programma del viaggio un bel paio di passeggiate, avessi sperato nel diluvio, tanto per stare un po’ di più nella spa dell’albergo (sì lo so, sono una persona se non terribile, quanto meno molto pigra. E amante degli alberghi belli anche), fortunatamente non ha piovuto e le passeggiate le ho fatte. Tra le mucche, che son lì, ogni due metri. Sulle cime. Attorno a un lago bellissimo. E anche a vedere come lavorano i contadini. Mangiando tante di quelle prelibatezze che se non ingrasso mai, ‘sta volte forse un po’ sì.

E’ la prima volta che penso che vorrei tornarci presto, in montagna. Con i bimbi sicuramente, a vedere anche le caprette. A correre su quei prati e giocare sugli scivoli a duemila metri, dove ci sono anche le renne (cioè, ora immaginiamo la faccia di lei davanti alle aiutanti di Babbo Natale e quella di lui di fronte a una mucca vera davanti a un trattore vero. Senza dover fare centoquindici tornanti per arrivare su. Altro che luna park).

Quindi, la morale è:

l’Alta Pusteria è un luogo bellissimo.

ma anche

C’è sempre tempo di innamorarsi di cose che non pensavi che. E invece basta scoprirle.

Il lago di Braies. Che è bellissimo. Giuro.
Le mucche. Mentre passeggi.
L'aperitivo. Che qui si chiama Hugo. E di cui mi sono innamorata (sì, ho tradito lo spritz)

 

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