guarda che è normale mamma

Perché Sanremo è Sanremo

Il primo distacco. Potrei parlare di questo. Della prima volta in cui lascio lui, settemesenne ancora allattato, dei sensi di colpa, della paura che senta la mia mancanza… di tutto quello che temevo per lei. E invece no… pare che le differenze del secondo giro stiano anche qui. Sto bene. Sono libera. Ok, inizialmente non volevo partire. Sarà che erano ammalati fino a pochi giorni prima, sarà che la voce di mammà parlava, ho dovuto convincermi che mi avrebbe fatto bene staccare (o meglio, come sempre ho dato retta al marito chenesasemprepiùdime), ho comprato il biglietto per obbligarmi ad andare. E poi… E poi festa. Il senso di libertà. La gioia di essere tre giorni IN VACANZA, perché non venitemi a dire che questo è lavorare.

E così, tra un cappuccino vista mare e una festa in discoteca (tempo di permanenza 22 minuti, giusto il tempo di bere un cocktail –un cocktail vero, alcol, capito? CiaosonoSilviaenonbevevoda16mesi– salutare chi bisogna salutare) ci son di mezzo le giornate.

Giorno 1. Già partire in treno è qualcosa di bellissimo per una mamma in libera uscita. Magazine sottobraccio, computer sulle gambe, tre ore di riposo (ehm, con una schiena bloccata appena prima di partire, ma vabbè). Un po’ di malinconia (ok, quasi lacrime) all’arrivo. Perché è passato un anno. E son cambiate tante cose. Accredito in sala stampa, recupero numeri di telefono per fissare le interviste, caffè vista mare, puntata da commentare su twitter, il vero re di questo festival (@silviagianatti @guardache, ma più il primo), chiacchiere in sala stampa che contano quasi più di tutto il resto, nuove amicizie che se lui fosse qui e glielo avessi raccontato sarebbe stato felice (lacrime di nuovo, ok passiamo oltre).

Giorno 2. Le interviste. Camminare da un albergo all’altro, sedersi al tavolino del bar della sala stampa col microfono acceso, salutare il direttore del giornale in cui un po’ sogni di lavorare, hop hop hop, corri.

Giorno 3. Cappuccino vista mare, che le giornate iniziano bene solo così. Ultime interviste, ultime foto, che anche chi non aveva tempo di fartela fare, lo incontri per caso e riesci a farla. Dai che facciamo l’enplain. Ho un po’ di mal di piedi.

Ieri sera ha vinto Antonio Maggio. E io ho in testa la sua canzone da molto prima. Qualcuno mi aiuti a cambiare melodia. efarmimalefarmimalefarmimalefarmima…

Stasera chi vince? Io ho la mia preferenza, anche per questioni affettive di entourage. Ma tutta sta roba della giuria di qualità mi lascia un po’ perplessa. Remeranno contro, perché la manifestazione più nazional popolare di tutte a quanto pare non può vincerla chi è troppo pop. Per loro. Ovviamente non per me.

Domani si torna a casa. Perchè Sanremo è Sanremo, ma finisce. Purtroppo. O per fortuna.

PS: avrei caricato alcune foto, molto volentieri. Ma una delle certezze di Sanremo è che la connessione della sala stampa è ‘na sòla.

PS2: potete però vedere quelle ufficiali qui. Poi le mie “rubate” le carico da casa e ci aggiungo qualche chicca, ok?

 

 

 

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Comments (1)

  1. Io l’ho seguito come meglio ho potuto con il mio duenne che smanettava sul mac in cerca di dinosauri…che bella esperienza hai fatto!! un abbraccio