guarda che è normale mamma

Gelosia tra fratelli

Chiamiamola gelosia, anche se non mi ricordo dove ho letto che i bambini non sanno neanche cosa sia. Ma potremmo anche chiamarla tristezza, rabbia, frustrazione, crisi di pianto, tutto quello che vien fuori quando nasce un fratellino. O sorellina che sia.

Ieri sera, dopo una giornata di solitudine (si fa per dire visto che ho sempre con me due appendici deliziose sotto il metro) in cui avevo voglia di chiacchierare e invece mi son trovata chiusa in casa, ho espresso i miei stati d’animo su Twitter. Che è diverso da Facebook dove parli con gli amici. Lì parlo con le mamme, che non conosco, ma che diventano immediatamente amiche virtuali, capaci di prodigarsi in consigli, aiuti, confidenze. Siam partite da “ma che cavolo si fa con due bimbi in casa da soli i pomeriggi invernali, quando ne hai uno in braccio e l’altra vuol giocare?” e siamo arrivate alla gelosia.

Per mettere subito di buon umore chi ne ha ancora uno ma in pancia ha il secondo, c’è chi ci ha deliziato con il racconto che se dovesse rifare il secondo, aspetterebbe almeno i tre anni della prima. Tanto per incoraggiarla 😀 Chi a distanza di 26 mesi tra una e l’altra dice che è tutto ok.  Chi dice che è facile, chi dice che è difficile. Tu dici la tua che io dico la mia.

Per me è stato medio. Mi avevano descritto i primi mesi di raddoppio come un incubo. Non lo è stato. Sì sì, ci sono momenti deliziosi, solitamente verso sera, che uno strilla e l’altra deve fare il bagnetto e lui pure e deve anche mangiare. E magari parte, senza magari, un capriccio. E il cane abbaia e l’altro è depresso. E ditemi qual è la porta che vado.  Ma la gelosia (per ora) non l’abbiamo ancora conosciuta. (Lo so lo so, aspetto che inizi a muoversi e poi mi rimangio tutto, ma intanto). Sarà che Lion, soprannominato il Santo (e la dice lunga) me l’ha resa facile e il primo mese l’ha passato dormendo. Sarà che lei era appena entrata in fase bambolotto e l’ha subito guardato con curiosità, sono sicura di averci messo un po’ anche del mio. E quindi, lasciatemi prendere un po’ di merito, ecco cosa ho fatto:

-Partiamo dal giorno 1. In ospedale. Ho dato Lion in nursery,  ho aspettato che arrivasse la Patata e le ho detto “Patata, è arrivato, il tuo fratellino è arrivato! Andiamo a prenderlo!” come se fosse proprio quello il momento del suo arrivo. Lei protagonista del suo ingresso in famiglia. Che si sa che i bambini arrivano in nursery no? Siamo entrate e lì ha trovato suo fratello che dormiva nel suo lettino. Sotto il lettino un pacco gigante. Il regalo di suo fratello per lei. Nel suo caso era una bambola con pannolini, biberon, asciugamanino e bla bla. Qui diamo a Cesare quel che è della mia amica Rossana. L’idea non è mia, l’ho copiata da lei. E ha funzionato. Accettazione immediata. Altro che ti trovo in camera di ospedale con un neaonato in braccio, e quello chi è?

Non le ho mai cambiato le abitudini. Ti porto e ti riprendo io dall’asilo? Eccomi con i punti e la deambulazione di un pinguino ferito portarti in macchina il giorno in cui son tornata a casa dall’ospedale.

-Per i primi tre mesi non si è mai sentita dire “aspetta” se la causa dell’attesa era il fratello. Sta piangendo e tu vuoi l’acqua? Arrivo. (Santo). Sto allattando di notte e tu chiami? Lo mollo sulla poltrona e arrivo (santo). Sto allattando e vuoi giocare con i lego? Si può allattare con una mano e giocare con l’altra (ok, qui santa io).

-Ho reso l’allattamento un momento più per lei che per lui (o meglio, lui più di una tetta che cosa poteva desiderare?). Lei sempre accanto a me a leggere insieme, che è una delle sue cose preferite. Così che a volte era lei a dirmi dai dagli da mangiare così leggiamo. Ogni tanto ci scappa anche l’ipad, confesso. Lui arriverà all’anno con la conoscenza di un maggiorenne della letteratura di infanzia, ma tant’è.

Non mi sono mai fatta vedere con lui nel lettone. Ok che Lion è finito in soggiorno al giorno cinque, ma qualche notte o qualche mattina (e soprattutto al pomeriggio, che mi piglia l’abbiocco tranvata) me lo son portata a letto, per dormire ancora un po’. Sentivo i passi di lei o la voce che chiamava? Lo scaraventavo in culla, subito. E scaraventare non è un modo di dire. Più veloce della luce. E magari non sarebbe cambiato nulla, ma secondo me sì.

Non le ho mai detto non toccarlo, anche quando le sue mani erano (sono) radioattive che neanche l’alone blu delle pubblicità degli anni 80 rende l’idea.

Gliel’ho sempre fatto vedere o tenere, a sua richiesta. Lo vuoi prendere in braccio? Tieni, siediti sulla poltrona che te lo do. Sempre. Anche quando strillava affamato (tanto se strillava nel giro di due secondi non lo voleva più tenere “tieni mamma ha fatto la cacca”). Voglio vedere il mio fratellino. Vieni, guarda, tieni. Sempre. L’ho già detto?

L’ho trattata da super piccola. Ok, qui non è che ci ho messo troppa scienza o mia sensibilità. Se tua figlia ti dice “sono piccola come Lion” non ci vuole una laurea per capire che cosa vuole. E via di coccole, “mamma, mi culli?“, sei la mia piccolissima. E se mi veniva da dirle tu sei più grande, mi mordevo la lingua.

Detto questo va a carattere, va a età, va a culo. Si può dire culo? Ma ogni tanto è anche ok se le mamme si prendono qualche merito. Fatemelo prendere che mi son fatta un mazzo così per cercare di non farla mai sentire in secondo piano! 😉 Il Santo non pare averne sofferto, viene stracoccolato e non solo da me o dal suo papà ma anche da lei che a suoni di “Ullullu” (??) lo sbaciucchia e accarezza. E canta per lui e se vado a prenderla all’asilo senza di lui è triste e aspetta che diventi grande così “poi gli imparo a fare i lego e i salti e il didò e le capriole e a ballare e a cantare”.

Ci risentiamo al primo tentativo del piccolo di prendere un gioco della grande.

Ah, dimenticavo. Non vorrei che pensaste che va tutto bene. Da qualche parte i bambini il cambiamento lo buttano fuori comunque. E nel nostro caso è marrone e non profuma. Ma di regressione ne parliamo un’altra volta, ok?

 

 

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Comments (5)

  1. Eccola, la panza di seconda! 🙂 Grazie grazie grazie per questo post, che leggerò regolarmente da qui a maggio. La strategia del giorno 1 è strepitosa e irresistibile, la adotterò anche io anzi adesso chiamo Marito e lo informo che così siamo preparati tutti e due!! E per il resto, credo che stamperò il post e lo terrò sul comodino così seguo punto per punto. E per i primi mesi sono a posto. Poi aspetto gli aggiornamenti di quando Lion gattonerà! 😉

    1. ahahah. ok.
      il regalo se è qualcosa che vuole tantissimo la metterà subito in buona. poi se gli amici e i parenti arrivano in ospedale con un regalino anche per lei “che è diventata sorella” tanto meglio. ma al nono mese inizia a intortarla sulla sua bravissima sorella che le vuole portare un regalo meraviglioso 😉

  2. Bella quella della nursery… Ad averla avuta, la nursery! Da me rooming in selvaggio, quindi la sorella l’ha trovata nella culletta in camera con me.
    Per il resto ho fatto tutto, ma la P1 ha un estremo bisogno di essere al centro dell’attenzione, quindi la sorella la disturba molto, anche se poi ha molti slanci affettuosi nei suoi confronti e si esalta per i suoi progressi.

    1. ogni tanto mi chiedo se non saranno gelosi i secondi visto tutte le attenzioni che si danno ai primi. ah, ma lo scopriremo! 😉